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Sugar di John Palmer

di il 27/03/2015
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MI PIACE

La sorellina

NON MI PIACE

Gli altri personaggi sono troppo scontati

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IL MIO VOTO


AFORISMA
 

Sugar è un film impegnato ma, al tempo stesso, schietto ed ingenuo

 

Da un racconto di Bruce LaBruce nasce la sceneggiatura di questo Sugar che, del regista, contiene tematiche ed ambientazione.
Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Cliff passa la notte con un gruppo di marchette e conosce Butch: bellissimo, sexy ed oscuro personaggio della notte. Se ne invaghisce subito (e chi non lo avrebbe fatto?) e per quell’escort monta un’ammirazione mista a desiderio ed amore che lo fa essere costantemente a sua disposizione, sia nelle varie esperienze sessuali che non, droga in primis.
Come sempre, però, arriva il momento in cui le strade si devono dividere, ed è li che Butch affonda mentre Cliff trova la via per tornare ad una vita normale, o vagamente equilibrata.
Il punto di non ritorno è segnato Butch, che si scopa il ragazzo per soldi davanti ad un cliente, in modo crudo e del tutto privo d’amore (la stessa scena è presente in Hustler White di Bruce LaBruce).
Il finale è comunque positivo e simpatico, si vede Cliff mentre fa sesso nel bagno con uno sconosciuto: una scena alienante che lo mostra come perfettamente ripreso dalla veloce scomparsa della sua ossessione diabolica.
Sugar è un film impegnato che rimanda spesso al primo Gus Van Sant ma è, al tempo stesso, schietto ed ingenuo, tanto che talvolta sembra un documentario sui ragazzi di strada.
L’ironia della sorte ha voluto che l’attore protagonista, che nella storia riesce a salvarsi dal gruppo di marchette togliendosi dai guai, sia morto giovanissimo, a 25 anni, per avere mangiato un fiore velenoso, l’aconito.
Nota di merito per la sorellina intelligente che accompagna con saggezza Cliff per tutta la trama.

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