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#GhesboroMovie©, Picnic at Hanging Rock di Peter Weir

di il 24/09/2016
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IL MIO VOTO


 

Nella vita, presa come concetto il più astratto e generale possibile, c’è un tempo e un luogo giusto perché qualsiasi cosa abbia principio e fine. E’ da questo assunto che parte la disamina poetica del regista. Un Peter Weir che – ben prima di conquistare il mondo con L’Attimo fuggente – senza spocchia alcuna, decide di non imporsi, limitandosi a sussurrare un viaggio leggero, incantevole (quasi fiabesco) e profondo. Un viaggio breve, che non supera il tempo di una facile arrampicata.

Il film vive l’attesa cosciente della promessa sposa della morte mentre va incontro al suo destino con la naturalezza e la spontaneità che merita: cantando, sorridendo, leggendo lettere d’amore e pettinando i sottili capelli biondi. Un po’ come nel giorno del mio compleanno, mi faccio bello per andare incontro al sempre più vicino, inevitabile, oblio. La tentazione di rincontrare sé stessa è troppo allettante e la curiosità è troppo viva perché la giovane desideri opporre resistenza: nei recenti, superatissimi, anni del boom economico la volontà è stata sopravalutata e ancora ne viviamo gli strascichi nefasti, ma chi sa riconoscere gli indizi e osserva la storia con uno sguardo ancestrale si rende perfettamente conto di quanto poco sia dovuto al caso e di quanto – da sempre e per semprevolere non è mai stato (e mai sarà) potere. La saggezza sta quindi nel vivere con interesse e nell’accettare il proprio destino, avendo ben chiaro il fatto che accettare non significa rassegnarsi. Dallo sguardo sicuro e sereno della protagonista non traspare alcun velo di disperazione.

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Una ragazza come tante, bellissima, in un giorno qualunque, sente che qualcosa di speciale sta per accadere. Viene sedotta da questo sentire e la sua realtà diventa più vivida e più densa del reale. E’ la terra ad attrarla, a chiamarla ed a divorarla. La terra è la morte, il paradiso e l’inferno.
Alla seconda volta che mi si è chiesto se non fosse per caso un film horror m’è venuto il dubbio, perché l’opera possiede tutto il terrore del richiamo crudele e irresistibile di una natura ferma all’alba dei tempi, e il mistero mitologico di un mondo rarefatto del quale ci si illude di conoscere le regole. Il film è una somma di tensione e disillusione, e sa impietrire. Fagocita, ti guarda silenzioso e mette in crisi ogni possibile via d’uscita, se non quella più penosa: chiudere gli occhi e le orecchie e imitare l’Eterna Bugia® che si tramanda da millenni anche se smentita e smascherata sistematicamente dalla prassi quotidiana osservabile di ogni generazione: ripercorrere strade sicure anche se è noto che per sicuro si intende sicurezza di annoiarsi, addormentarsi, non pensare, immaginarsi felici e completi senza alcuno spazio riservato all’istinto, alla gioia del presente ed alla multi dimensionalità dell’esistenza. L’essere umano non è un fumetto stampato in bianco e nero. Maledetta Eterna Bugia®.

Nel mistero di questa attrazione fatale verso l’ignoto accecante (per via del buio pesto o della luce insostenibile), la maestria del regista sta nel non creare alcuna aspettativa di soluzione possibile e al tempo stesso stratificare via via altri misteri 515_picnicfotoed altre impossibili soluzioni. Questo sedare forzatamente le aspettative del pubblico costringe a spostare l’attenzione su di un livello che non risponde al banale causa-effetto. Tradisce, insomma, solo per poter nutrire con un pasto ben più succoso. Peter Weir inventa così una strategia artistica mai esplorata prima che mi sorprende ogni volta che la rivedo.

La trama è capace di farmi rimanere in angoscia per giorni: la totale impotenza, i vicoli ciechi e i muri che alza mi schiacciano. Potrei riguardarlo dieci volte di seguito senza pausa, e rimanere sempre con la voglia di rivederlo. E’ uno di quei 5-6 film che mi hanno profondamente costituito. Come hanno fatto i Massimo Volume nella musica. Oggi sono come sono per via di pochissime contaminazioni, tutte esaurite prima dei 24 anni.

Picnic at Hanging Rock è un capolavoro che nell’anno in cui è uscito ha segnato la rinascita cinematografica di un’intera nazione.
Consigliato!

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