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#Venezia72 – il diario porno-scatologico parte 5

di il 10/09/2015
 

Dopo la doverosa parentesi del Diario Ben Educato come segno di rispetto verso le Belle Persone che si sono scontrate col muro coprofago tipico dei racconti orfani delle pecorelle, ecco che torna il buon vecchio Diario Porno-Scatologico. La Cricchetta del cinemino – covo di fini intellettuali e pastori – continuerà a scorrazzare libera di usare termini volgari e poco eleganti fino a quando il Padrone Poco Gentile – seguito dalle sue masse di servitori invasati di quotidianità – prenderà definitivamente il potere e li sostituirà con fini allusioni e rigida etichetta formale.

 

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The Danish Girl di Tom Hooper
Di prima mattina, avvolto dalla più torbida e profonda delle alitosi che abbia mai dovuto subire, ho visto uno dei film di cui si era anticipato di più: quello sul primo uomo ad aver sperimentato il cambio di sesso. Data la portata dell’evento e l’argomento non sono riuscito a trattenermi e ho vomitato la recensione completa di getto. Anche se, in fondo, bastava dire che è il solito film fatto per l’Oscar dove, al posto dei negri o gli ebrei, questa volta ci sono i gay e i trans, tanto per confermare i cliché sui tabù moderni.
Film “scandalo” scritto come nemmeno la più scialba delle favolette. Di tutta la proiezione, l’unica cosa che ricorderò in futuro sarà la sensazione di aver infilato il naso in un intestino tenue per più di due ore.

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Janis di Amy berg
Bellissimo documentario sulla vita di Janis Joplin. Interessante, toccante e commovente. Uno dei miei Top3-movie del Festival. Il film mostra la nascita e la morte del mostro sacro del rock-blues. Scava nella vita privata rimandando quell’idea di potenza, genio e fragilità che è tipica dei grandi della storia. Janis, come tutti i brutti, avrebbe voluto essere apprezzata per la bellezza fisica, cosi come i belli sognano di essere apprezzati per l’intelligenza. È una legge universale che non si può piegare.
Di lei si diceva che, più che cantarle, quelle canzoni, le strangolava a morte, quella stessa morte che poi ha trovato sul fondo di un bicchiere e sulla punta di un ago. Ma che trova le radici nella solitudine, nel vuoto e in un’adolescenza in disparte.

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Man down ‪di Dito Montiel: un’ora di noia per giustificare il colpo di scena finale. Furbetto, didascalico, moralista e imperdonabile.
La scena iniziale definisce staticamente tutto il minutaggio che segue: un Marine, una bottiglia di coca-cola e la bandiera americana.
Per il resto del tempo la fa troppo lunga sbrodolando machismo, guerra, Incidente, lentezza, Afghanistan e il figlio+moglie a casa. Dopo tanto brutto cinema non basta il contentino finale che taglia tutti i fili in un colpo solo. Vai a provare a fare il figo a casa tua.
Vince il premio come peggior colonna sonora fin qui alla Mostra: uno strazio fatto di lunghe note singole di organo mantenute per tutta la durata del film.
La prossima volta meno noia e meno mega-effetto-sorpresa, please.

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Amarcord ‪di Federico Fellini. L’Italia negli anni in cui era al vertice della cinematografia mondiale. Che malinconia.
I ricordi del borgo. Un capolavoro perché ad ogni punto interrogativo tra i tanti che spuntano sopra le teste degli spettatori si può rispondere con un, ahi-noi, rarissimo: “perché è bello”. E il bello basta, ha valore di per sè, ha vita propria, si auto-alimenta e condisce l’esistenza di adorabile inutilità.

 

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Notte fonda, i giorni si mescolano gli uni agli altri, sfumandosi come i colori nell’arcobaleno. Arriva già la mattina o forse sono due mattine. I pantaloni iniziano a stare larghi, ho sempre in tasca pastiglie di aminoacidi, creatina, guaranà e meta-anfetamine ma la spia della riserva rimane comunque accesa. Nonostante gli occhi lividi vedo spuntare la luce dell’alba di un nuovo giorno o forse no, ma di sicuro il proiettore è acceso e la gente comodamente seduta. Si riparte, però, col freno a mano tirato, nella più funesta sequenza di aborti cinematografici di cui abbia memoria. I primi due si possono sovrapporre e li ho odiati così profondamente da farne una recensione dettagliata: Wednesday, May 9 e Abluka (Frenzy) . Per entrambi ho resistito per un’ora in sala, poi l’infelicità e il grigiore di questo cinema superfluo, triste, piatto, noioso e standard ha avuto la meglio. Se non avete idee, immaginazione e non vi brillano gli occhi, smettetela di fare arte. Un anno fa avevo dato alla Turchia cinematografica l’ultimatum. E ha continuato ad annoiare a morte. Con me ha chiuso.

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Dopo il dolore provato coi due film precedenti pensavo di aver pagato pegno per tutto il male fatto in vita ed invece il peggio stava per arrivare sotto il nome di Interruption di Yorgos Zois: meta-teatro d’avanguardia al cinema. Un disastro estremamente punitivo ed irrispettoso verso il pubblico.
Una sorta di reality del palcoscenico, tutto finto ma con appiccicata sopra una maschera di vero. Alcuni l’hanno presa sul ridere, molti se ne sono andati, tutti hanno provato noia e dolore al cervello ma son rimasti in sala comunque, come sfida personale, in modo da raccontare agli amici il loro atto eroico. La visione richiama un immaginario collettivo ignorante ed arcaico di quello che potrebbe essere “arte“. Ma, se il cinema fosse questo, smetterei di perderci tempo seduta stante.
A questo punto vien da chiedersi: il Brutto Assoluto è esso stesso Arte?

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Ieri, dopo aver rovesciato il Cynar sulle scale prezzolate del Leon D’oro, noto in sala stampa un nocciolo di noce pesca lasciato sullo stipite della finestra. E’ un messaggio di non-amore universale, evidentemente a qualcuno questa 72ma edizione proprio non deve essere andata giù. Però, intanto, comunque, incrociando le dita, continua…

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commenti
 
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  • Paolo Villa
    10/09/2015 at 8:45

    Posso capire il guaranà e l’anfetamina, ma aminoacidi e creatina a che servono? A giungere di cors al vaporetto in tempo?

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  • Michele Arienti
    10/09/2015 at 10:55

    Rispondono alla carenza di proteine assunte nella dieta fatta di soli caffè e alcolici

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  • Paolo Villa
    10/09/2015 at 15:25

    ne sai una più del personal trainer del Tanaka!
    e cmq nelle scores edizioni a me più dei cioccolatini al caffè – miracolosi invero – non hai mai offerto. che contenessero creatina e aminoacidi?

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  • tanaka
    12/09/2015 at 9:19

    A me sì ma rigorosamente solo al mattino insieme a una mandorla. Non chiedere il perchè

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