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VISAGES VILLAGES di Agnes Varda

di il 18/04/2018
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IL MIO VOTO


 

Era da molto, molto tempo che non mi accadeva: finire di vedere un film e mettermi in coda per la proiezione successiva. Si, è capitato quando ero ragazzino, coi primi film di Almodovar e Greenaway, ma molto anni or sono. Eppure, anche alla fine della seconda visione, sento arrivare la stessa sensazione provata poco prima, ovvero quella di desiderare che il film non finisse, che andasse avanti all’infinito.

Cosa accade se una nota regista francese non più giovane, famosa da innumerevoli anni decide di collaborare con un giovane fotografo molto cool?

E’ quello che è successo in questo film, nato dall’incontro appunto tra Agnes Varda e JR. Chiamarlo documentario è senza dubbio riduttivo, però non saprei proprio come definire questa pellicola: un road movie esplorativo in cui si intersecano cinema arte e narrazione.

Un percorso fatto dai due, guidati dall’istinto e dai ricordi, in piccole cittadine francesi alla scoperta di volti da fotografare e soprattutto di storie, che sono anche per me la cosa più importante, il motivo per cui leggo incessantemente, vedo tonnellate di film, adoro conoscere gente nuova: per sentir raccontare delle storie.
Non si imbroglia su questo, il film è così ben riuscito perché l’interesse che dimostrano l’88enne regista e il 31enne fotografo è sempre sincero, autentico: vengono catturati dai racconti di gente comune, ma che contengono originalità ed unicità.
Ogni vicenda viene incorniciata e definita da gigantografie del protagonista narrante, incollate in edifici vecchi, fabbriche dismesse, muri di città, bastioni in spiaggia, dove le storie hanno inizio e sviluppo.

Ciò che ne esce sono installazioni superbe, degne della migliore Biennale; opere mastodontiche che però conservano lo sguardo semplice dei protagonisti.
Oltre che esser stupendi i ritratti della gente comune, l’intera pellicola ha una fotografia magnetica, sempre intervallata da splendide istantanee di Agnes e JR, che si abbandonano a confessioni molto private. Tra queste senza dubbio il più commovente è il mancato incontro con Jean Luc Godard, in cui Agnes si lascia andare a ricordi dolorosi, ma sinceri.

Non è un film che piacerà a tutti: serve amore per il cinema francese, interesse per le piccole storie e per le divagazioni. Ma per coloro che si riconoscono, invece un avvertimento: non perdetelo. Agnes è tutto quello che vorrete diventare da maturi.

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