Io Prima di Te (Me Before You) di Thea Sharrock
La sorella di lei, ha le migliori battute
L'epilogo a Parigi. Parigi?
Il fenomeno universale (probabilmente intergalattico) di “Game of Thrones / Il Trono di Spade”, che sta per avviarsi al suo settimo anno, con un seguito che comprende esseri umani, animali domestici (vertebrati e invertebrati), e probabilmente anche i droni, ha catapultato nell’olimpo delle attrici insulse e strapagate, la trentenne Emilia Clarke (nonostante ci sia chi la ritiene la donna più sexy del mondo). E come ben sappiamo, non si arriva ai più prestigiosi red carpet senza aver incassato una patinata commedia romantica strappalacrime, ed Emilia Clarke non ha alcuna intenzione di essere la pecora nera, la mosca bianca, e tanto meno Chloë Sevigny.
Jojo Moyes, scrittrice che ha ottenuto il successo nei cerchi “non-letterari” (anche conosciuti come le pedane all’ingresso dell’Iper-Coop), con capolavori quali “Io Prima di Te” (Mondadori / Numeri Primi), e ovviamente, “Dopo di Te”, battezzati dalla stampa, dalla critica (e soprattutto dalle più grandi intenditrici: le casalinghe), come le versioni potabili ed edulcorate di “Cinquanta Sfumature di Grigio”, è anche la responsabile della sceneggiatura di questa leziosa pellicola impregnata di difficoltà, ostacoli e inconvenienti. E soprattutto AMMMORE.
Presentato alle giornate del Cinema di Riccione (la manifestazione estiva dell’industria cinematografica nazionale, promossa e sostenuta da ANICA, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), la sceneggiatura di “Io Prima di Te” ha imposto a Emilia Clarke / Lou Clark, di mantenere un imperturbabile sorriso e occhi curiosi da cerbiatta, con quella giusta dose di goffaggine e l’abbigliamento castigato e sciatto che dobbiamo immaginare (e convincerci) debba indossare una ragazza della sua estrazione sociale, insomma, assomigliare all’Ape Maia. Un carnevale di patchwork, colori e capi d’abbigliamento abbinati in maniera improbabile, ogni volta che fa il suo ingresso nella villa dove è stata assunta come “aiuto”, sembra di presenziare un incubo cromatico.
Sulla prima impressione che dobbiamo costruirci del personaggio femminile, la fiaba calca un po’ troppo la mano, ma d’altronde che fiaba sarebbe senza una damigella in difficoltà e un principe altezzoso e ricco che (letteralmente) vive in un castello.
Ma facciamo un passo indietro: il ricchissimo e affascinante Will Traynor è stato investito qualche anno prima (due per la precisione). L’incidente gli ha tolto la capacità di camminare (è costretto in una sedia a rotelle, oltre a non possedere autonomia negli arti superiori), ma soprattutto ha reso di lui un uomo duro, arido, indolente. Lou Clark è a sua completa disposizione, per i pasti, le camicie pulite, la legna nel camino, e persino impacciata abbastanza per impostare il DVD del film “Des hommes et des dieux” (Gli Uomini di Dio). Lei, con un po’ di esitazione estrae il film giusto dalla mediateca:
Lei: “ho compreso bene che hai detto che volevi vedere un film di “uomini”?”
Lui: “si, è un film pornografico gay”
Lei: silenzio
Lui: “non ti piace il sarcasmo?”
Lei: “adoro il sarcasmo, non mi piace il tuo senso di superiorità”
Lei 1 – Lui 0
Da questo momento in poi diventa un po’ difficile raccontare come si sviluppa la loro storia (senza correre il rischio di svelare troppo), e soprattutto, come veniamo a scoprire che, pur avendo tutti gli ingredienti della fiaba edulcorata, una piccola piega stravolge ogni giusta dose di cinismo.
Sam Claflin (Hunger Games: tutti; Biancaneve e il Cacciatore: tutti), è molto bravo a mostrare il lato diffidente, l’inevitabile sofferenza che si può provare quando nulla può più trasmetterti piacere, gioia, soddisfazione. D’altra parte, Lou, una badante dello stesso villaggio (quindi non bionda e che non arriva dall’est Europa), inizia a penetrare, lentamente -molto lentamente-, la recinzione di rabbia di Sam. Ed è esattamente quando iniziamo ad affezionarci alla straffottenza di Will, e alla quella dolcezza un po’ sopra le righe di Lou, proprio nel punto in cui la nostra imperturbabilità ci abbandona, e siamo leggermente rapiti dalla visione, ecco che Jojo Moyes decide di lanciare il gancio.
Ma come? Non doveva essere una commedia romantica dove al massimo sarebbe arrivata Carla Gozzi a sistemare l’abbigliamento e i capelli di Lou? Il film rivela essere qualche millimetro al di sopra di quello che è: un congegno di estrazione di lacrime. Se la storia ha una virtù, è proprio quella di non porsi il problema di essere banale: lei insiste e vanno assieme all’Opera, ovviamente lei è bellissima. Lei lo accompagna al matrimonio della ex-fidanzata di lui (pre-incidente), che sposa il loro migliore amico (bella gente!), e anche in questo momento, lei ovviamente è bellissima. Vogliamo bene Lou, ci si invaghisce di lei e delle sue nobili intenzioni. Si crea un legame tra di loro, tuttavia il legame che unisce un uomo al desiderio d’interruzione della propria vita, è il legame più forte che esista, ed è un legame più forte dell’amore. Ricordo bene di essere uscito perplesso dalla visione di “Mare Dentro”, sono uscito incazzato dalla visione di “Million Dollar Baby”, e ricordo ancora Scelta d’amore – La storia di Hilary e Victor (con Julia Roberts post “Pretty Woman”), primo film che mi mise davanti alla situazione della laica libertà del diritto di morire.
“Me Before You – Io Prima di Te” va a colpo sicuro, e difende, in maniera disarmantemente naïf, il diritto di ogni uomo all’autodeterminazione, il diritto alla libertà. E’ evidente che la visione si conclude con qualche singhiozzo qui e la, e mi sono chiesto: “si può sindacare il diritto altrui a piangere?”. Un tema che è ancora spinoso viene inserito nella cornice della “storia d’amore impossibile”. C’è qualche scivolone, ma la narrativa non ha alcuna colpa. Non hanno colpa gli attori. Non ha colpa la sceneggiatura. La regia è un disastro (Thea Sharrock deve ancora smussare qualche angolo, perché come debutto non ci siamo). Il 1 settembre tutti a piangere, Warner Brothers Italia prenderà d’assalto le sale.
Me Before You (2016) | |
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Rating: 7.4/10 (295,649 votes) Director: Thea Sharrock Writer: Jojo Moyes Stars: Emilia Clarke, Sam Claflin, Janet McTeer Runtime: 110 min Rated: PG-13 Genre: Drama, Romance Released: 03 Jun 2016 |
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Plot: A girl in a small town forms an unlikely bond with a recently-paralyzed man she's taking care of. |
Sempre meravigliosamente pungente, sagace,diretto e realista!!
ormai mi risulterebbe difficile scegliere un film da vedere senza prima affidarmi a tali recensioni..anzi..diciamo anche che ormai li scelgo dopo aver gustato la tua critica !! 😉