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Venezia 71- Pillole dal Lido

di il 27/08/2014
 

Esci dalla sala ed il cervello rutta un’idea. Scariche elettriche sinaptiche, mica pensieri, probabilmente utili solo alla manutenzione fisiologica dei neuroni. Capita a tutti e non se ne può fare a meno.

In attesa dei racconti completi ecco i giudizi di prima istanza dal Lido:

 

  1. One on one di Kim Ki-duk: Un Kim addormentato che prova a fare una cosa solida dopo la sciolta dello scorso anno.
  2. The Goob di Guy Myhill: Tra miseria umana ed intellettuale un padre gay represso tiranneggia nella campagna bifolca.
  3. The President di Moshen Makhmalbaf: Un Gandalf georgiano in una tragedia politica intelligente e autoironoca. Peccato per la presenza del ragazzino e la lunghezza smodata del film
  4. The Look of Silence di Joshua Oppenheimer: questo film ci insegna che: bere sangue umano è l’unico modo per non impazzire in una mattanza Anticomunista.
  5. Qin’ai de (Dearest) di Peter Ho-Sun Chan: due puntate di una telenovela in cui si apprende che anche i rapitori hanno un’etica. Rapire donne si, rapire bambini no.
  6. Birdman di A. Inarritu: Piani sequenza come se non ci fosse domani, batteria in&out scena, cerebralità. Innarritu al suo meglio. Aka scorreggina
  7. La racon de la glorie di X. Beauvois: Peccato che Mike Bongiorno non avesse il maggiordomo di Charlie Chaplin
  8. Reality di Q. Dupieux: Quasi una parodia di Inland Empire: regge mezz’ora, ma poi stanca. Noioso no sense low budget
  9. Ghesseha di R. Banietemad: Docufiction di protesta iraniano che ricorda i dossier delle tv private sugli operai di porto Marghera a protestare in canottiera. 5 pecorelle, noia massima.
  10. Im Keller di Ulrich Seidl: Il film più estremo di Seidl è un documentario. L’evento della mostra del cinema di quest’anno. Capolavoro!
  11. Le nuits d’ètė di Mario Fanfani: Travestitismo e borghesia nella Francia di fine anni ’50: più colore che calore, e il finale conciliante fa storcer il naso
  12. Anime nere di F. Munzi: Montalbano senza nemmeno Zingaretti, virato in grigio. Prima serata rai 1
  13. Le nuits d’ètė di Mario Fanfani: Travestitismo e borghesia nella Francia di fine anni ’50: più colore che calore, e il finale conciliante fa storcer il naso
  14. Binguan di Xin Yukun: Storia nera, bell’intreccio di personaggi e (ironiche) coincidenze. Solo un po’ acerbo, ma vale la pena perderci la pennica post pranzo
  15. Blood Cells di L. Seomore: Visivamente non banale ma troppo tirato per le lunghe
  16. Mita Tova di S. Maymon e T. Granit: Commedia nera che vorrebbe far piangere e ridere. Ed ogni tanto azzecca una battuta
  17. The humbling di Barry Levinson: Il film tratto dal romanzo di un vecchio, diretto da un vecchio, interpretato da un vecchio. Vecchio.
  18. Ich seh Ich seh di V. Franz e S. Fiala: Due gemelli e una madre per un horror di psiche e super colla. Va calmo, ma i pugni non scherzano. Sponsor Seidl, siete avvertiti
  19. 3 coeurs di B. Jacquot: Talmente irrealistico da sembrare fantascienza. Squallidi amori senili spacciati per profondi. Senza la Gainsbourg sarebbe solo un film francese
  20. Manglehorn di D Green con Al Pacino: La carineria dei vecchi tromboni che raccontano la loro storia ad altri loro simili. Gerietrico e superficiale.
  21. Asha Jaoar Majhe di A. Sengupta: Nel Bengala in recessione, amore, lavoro e quotidiano. Con 2 personaggi alla Calvino. Zero dialoghi, eppure non pesa.
  22. Takva su pravila di Ognjen Svilicic: Grigiume e (inutile) rettitudine del quotidiano in un dramma famigliare croato. Sciatto e triste, e non in senso buono.
  23. Near Death Experience di Benoît Delépine: Houellebecq vaga, quasi personaggio di A. Serra, in cerca di ispirazione al suicidio. Non facile, ma la resistenza infine paga.
  24. Metamorphes di Christophe Honoré. Sciatte nudità per una sgrausa lettura del capolavoro di Ovidio. Incomprensibile presenza a Venezia.
  25. Loin des hommes di David Oelhoffen. Road buddy movie con ammazzi di guerra algerino-francese. Viggo dal brutto francese non fasullizza più di tanto.

    Belluscone di F. Maresco: Puntatona tra cinico tv e le iene. Riuscita e almeno non in concorso.
  26. The smell of us di Larry Clark: Nonostante le i coomenti omofobi a fine proiezione ne esce un film di profonda maralità.
  27. Retour a Ithaque di L. Cantet: Notte di chiacchiere tra vecchi amici a l’Avana, scivola dal leggero nostalgia al greve rimpianto. Molto scritto, ma funziona.
  28. Villa Touma di Suha Arraf: A Ramallah, 3 sorelle cristiano-borghesi e una nipote incongura: un microcosmo intrigante, ma lo sviluppo drammatico si sgonfia presto.
  29. Hungry Hearts di S. Costanzo: Un quasi horror vegano. Un film quasi riuscito.
  30. The cut di F. Akin: Fosse stato privato di tutta la prima mezzora il film avrebbe convinto. Alcune prove d’attore risibili
  31. The lack di Masbedo: Demo video da allegare alla domanda di assunzione per un posto da responsabile della fotografia proiettato alla presenza di amici e parenti.
  32. He Ovat Paenneet di J. P. Valkeapaa: La fuga di due ragazzini borderline diventa un road movie un po’ standard fino alla mezz’ora finale, sorprendente.
  33. Il Giovane Favoloso di M. Martone: Biopic letterario un po’ troppo classico, in bene e in male, che si infiamma solo nel segmento napoletano.
  34. Nymphomaniac volume I long version di Lars Von Trier: Non aggiunge nulla alla versione uscita in sala
  35. Nynphomaniac vol. II. di Lars Von Trier: Il capitolo sull’aborto merita la visione. Lo pensa pure la deforme U. Turman, in sala, che non ci recita
  36. Nobi di S. Tsukamoto: Fires on the plain, versione zombie. Psichedelico, fracassone e superficiale come l’epoca che lo ospita
  37. Il piccione di Roy Andersson: Un umorismo estremamente rarefatto. Come una scorreggia. Ma quella fa molto più ridere.
  38. Flapping in the middle of nowhere, di Hoang Diep: Nel titolo il destino.
  39. Hwajang (revivre) di Im Kwon Taek: Drammone familiare su morte, separazione, tragedia e passione
  40. Red amnesia di W. Xiaoshuai: La Rivoluzione Culturale sparge i suoi ultimi veleni sugli anziani chiusi nella solitudine generazionale
  41. Sivas di K. Mujdeci: Vita rurale turca. Ragazzini, pecore a video e pecore dormienti in sala. Ci si desta solo un attimo per lo snuff canino superfluo
  42. Pasolini di A. Ferrara: L’unica cosa che rimane sono le parole di Pasolini.
  43. Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte: Vivacchia finchè compaiono 2 cd galeotti. Poi è il baratro inevitabile. Mahler si rivolta nella tomba
  44. The postman’s white nights di Andrej Koncalovskij: Antropologico ritratto di una piccola comunità Russa peccato che Konchalovsky non abbia la poesia di Fedorchenko
  45. Flowers of Taipei di Chinlin Hsieh: Interessante documento cinematografico sul grande nuovo cinema di Taiwan
  46. Good kill di Andrew Niccol: Il tormento di un pilota trasferito ad una console per manovrare i droni. Una serie indicibile di luoghi comuni e cliché#Venezia71
  47. The Golden Era di Ann Hui: Racconto biografico e letterario, forse ostico e impegnativo ma grande film
  48. She’s Funny That Way: Commedia degli equivoci adulta con due momenti divertenti. Per il resto solo utile strumento per un sabato sera di una relazione ormai spenta
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