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FEFF 17 – Il Diario delle pecorelle – Nostalgia

di il 23/05/2015
 

Le pecorelle, con lo sguardo sconsolato a nord-est, ripensano ai bei giorni trascorsi a brucare erbetta e wonton nell’accogliente e piovosa Udine…

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Nerina: Ah, se penso che nemmeno un mese fa stavamo guardando tutti quei begli ammazzi di Hyena… Che film potente! Ma chi è ‘sto Gerard Johnson? Non era un tastierista, Tiomkina?
Tiomkina: No, è un altro. Questo ha composto pure un’altra opera di delitti seriali: Tony. Dobbiamo recuperarlo su YouSheep.
Nerina: Assolutamente! Uno che riesce a impastare in modo originale il tema del poliziotto corrotto vs. brutali macellai dell’Est, va tenuto in considerazione.
Soapina (sospirosa): E poi, quel bel ragazzone del protagonista… Corrotto, drogato, violento ma di gran cuore. Proprio il tipo che piace e me (e ad altre milioni di pecorelle coi bigodini): il delinquente romantico.

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Nerina: A me è piaciuto come ha risolto la fine. Altrettanto bene di come Peter Strickland ha concluso The Duke of Burgundy.
Soapina: Le farfalle sado-maso! Anche se un po’ troppo complicato, per i miei gusti semplici, valeva la pena di rivederlo col nostro pastore titolare…
Dispettina: Sì, ma lui non è così sensibile e geniale come la nostra supplente pecoraia del TFF. E poi, quando ci sono film con un po’ di erotismo e nudità, gli scatta la sindrome della Fenech e non capisce più niente.
Tintina: Perché? Cosa c’era da capire in questa torrida passione di attempate lesbiche? Io mi ricordo solo il bel culone della mistress.
Soapina: Sei sempre la solita superficiale, Tin! Non le leggi le recensioni della Cricchetta?
Tintina: Ehm… No, lo sai come passo il mio tempo…
Dispettina: Sì, su PornLamb…

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Tintina (arrossendo): Beh, che c’è di male, ovini bacchettoni! A proposito di nudità, che mi dite del sesso di The tribe? Pecoreccio, eh?
Nerina: In realtà le scene di sesso di quel film sono la parte più debole. Inutilmente fasulle. Myroslav Slaboshpytskiy (detto necessariamente Slabo) avrebbe potuto stringere il campo ai soli volti e conservare il realismo che permea il resto del film. Invece ha voluto mostrare i corpi, affogando in una simulazione soft-core irritante. Peccato perché l’idea di girare il film solo con i dialoghi dei sordomuti era buona e la storiaccia della comunità violenta funziona, anche se un po’ troppo lunga. Però è un’opera prima, quindi lo perdoniamo e lo terremo d’occhio.

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Dispettina: E di Magical Girl di Carlos Vermut, che mi dite? Non è stato il migliore tra gli infiltrati occidentali del FEFF? L’idea di una serie di malvagità che scaturiscono da una patetica (e stupida) buona azione è proprio nelle mie corde.
Nerina: Beeee, sì, non male, anche se l’eccessiva simmetria, in una sceneggiatura, mi genera sempre il rilascio di una palletta puzzolente. E’ il compiacimento sottinteso, che stona. La strizzata d’occhio del regista allo spettatore per dirgli: hai visto come sono bravo che quella cosina strana che ti ho fatto vedere venti minuti fa, adesso s’incastra a pennello col resto?
Dispettina: Sei sempre la solita intransigente, Nerì.
Tintina: Io lo rivedrei solo per il nudo con cicatrici della bella e brava Bárbara Lennie.

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Nerina: Alla fine gli ho preferito, pur con la sua farraginosa sceneggiatura, l’allucinato Alléluia di Fabrice Du Welz, quello di Calvaire, che tanto ci piacque due lustri or sono. Poco importa la storia, tratta da un fatto di cronaca, degli amanti Landru che seducono, derubano e ammazzano donne sole. Ciò conta è il come, malato e visionario. Lo stilema luciferino che rende impossibile il sonno anche nei numerosi momenti di stanca.
Dispettina: Proprio una bell’idea, questo gemellaggio col Sitges. Ma chi l’ha avuta? La Sabri?
Soapina: Sei così in confidenza con la l’icona fashion del FEFF da chiamarla così? Ti invidio. Potresti chiederle il nome della sua sarta? Certi suoi completini li fantastico a occhi aperti, la notte, quando anche il contare la gente non mi fa addormentare.
Tintina: Io la immagino senza niente addosso. Dio, quant’è erotica!
Nerina: Se non fossi stata sfregiata dalla vita nel cuore e nel vello, se potessi crederci ancora, le parlerei d’amore e la rapirei.
Pecorelle in coro: Noi l’adoriamo denza riserve!
Dispettina: E senza FEFF?
Nerina: No Sabri, no FEFF!
Montalina (con un belato profondo e suadente):
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura nel foyer del Teatro,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi,
se solo sapessi che vuol dire e che c’entri un aratro.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontana,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu vai per l’Asia in una ricerca estenua
di film brutti che fan soffrire perché ria sei e strana.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia lanetta grigia
schietto come gioir di capra presso la giovinetta palma…

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