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Mangiare bere uomo donna di Ang Lee

di il 24/12/2015
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IL MIO VOTO


AFORISMA
 

Cosa c'è di più bello di far l'amore con la ragazza di cui si è innamorati e, magari, avere l'orgasmo nello stesso momento? Mi vengono in mente centinaia di cose, tutte meno ingenue. Ad esempio guardarsi questo vecchio e promettente film di Ang Lee

 

Guardo la foto scattata al matrimonio. Non si vedono i lineamenti, il fuoco è sul riso sospeso in aria lanciato dagli invitati, d’altronde è il concetto stesso di cerimonia a spostare l’attenzione dalle persone al rito.
La relazione amorosa, che cosa orribile ed interessante al tempo stesso. Sulle sue varie imprevedibili sfaccettature l’osservatore attento potrebbe girare un film al giorno. Ci sono quelli che preferiscono la forma alla sostanza, quelli che una frase si e una no chiamano svogliatamente la persona vicina: “amore“. Poi ci sono quelli che stanno attenti a ciò che fanno per avere vantaggi invece che per esprimersi. Poi quelli che al risveglio si sentono in dovere di esclamare un euforico “buon giorno amore!” come se la quotidiana reiterazione sistematica di una parola facesse in qualche modo sbrodolare meno la noia, o nascondesse meglio i tradimenti ed i sentimenti più profondi. Poi ci sono quelli che sommergono di una forma lessicale altisonante ed urlata una sostanza mediocre e generica. Quelli che commentano con disgustosi ed ottusi “Belli/o/a!” ogni selfie su facebook, e più ripetono le classiche frasi di derivazione televisiva (mi manchi, ti sognerò, ho voglia di te, se fossi qui non sai che ti farei) e più questo eco volgare copre quello che non vorrebbero vedere, o far vedere: “Amore, ti amo cosi tanto che non mi fido di te e non ti dirò mai quello che penso e provo veramente, ti sommergerò di frasi fatte, di serate a guardare telefilm, di ristoranti scelti per l’ottimo servizio, di doveri coniugali, di lacrime e di messaggi d’amore usati e sbiaditi. E, caro il mio idiota sincero, più ti ripeterò “amore mio” e più la passione che non provo sembrerà vera anche a me“.
La comunicazione verbale, mischiata ai comportamenti riciclati che sono tutto tranne che intimi, diventa così un flusso monotono di eventi spiccioli che formano la giornata: il lavoro, gli amici, la famiglia, la settimana bianca, la tinta ai capelli. Tutto questo in nome di una felicità standard tramandata di generazione in generazione, che poi non arriva mai. Forme sterili di relazione a cui la gente ancora si ostina a credere, contro ogni evidenza, per il terrore di restare sola.
Ah! La relazione amorosa, che cosa orribile ed interessante al tempo stesso.

 

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Il film è quasi tutto qui, facili illusioni, relazioni mortificanti che solcano una via preconfezionata, sogni di normalità e conformismo amoroso con cui il regista si diverte, stravolgendoli, e abbassandone il livello di fruibilità per far sentire ipocrita anche chi ha come unico brivido quello di indebitarsi fino alla fame per comprarsi una bella casa, fare famiglia e poi morirci dentro per il resto della vita. Un film popolare e intelligente per persone meno intelligenti. Materiale che dovrebbe suonare vecchio e che ripetuto negli anni novanta voleva risultare comico. E invece poi vedi ancora ‘ste oche sulla trentina che, sentendosi all’ultima spiaggia, si ritrovano di li a breve al fianco di una scimmia ammaestrata inconsapevole o a mangiare la domenica dopo la messa nella sala da pranzo finemente arredata dei genitori. Accettando gradita una merda.
Il resto del film è il padre, che poi è il perno su cui ruota la storia: col suo fascino fa rimanere inerme lo spettatore. I primi minuti di girato sono addirittura indimenticabili, tantissime idee azzeccate sparse per tutta la pellicola, ma il regista alla fine inciampa nello stesso peccato delle favole Disney. Quelle che dopo mille travagli arrivano al bacio degli innamorati e li finiscono, con il buonismo di un codardo: “…e vissero felici e contenti.”. Mica fanno vedere la noia, mica fanno vedere il principe che si masturba guardando un fist fucking di Maria Ozawa per riuscire ad eccitarsi ancora una volta dopo tanti anni con la stessa principessa, mica fanno vedere che dopo il parto le cicatrici sulle labbra uterine ne rendono la penetrazione un supplizio, mica fanno vedere che su quel divano comodo che si suggella in chiesa diventano entrambi via via sempre più grassi, pigri e stupidi.
Ang Lee lo sa, e a questa vasta normalità mortificante mostra almeno la faccia multicolore che, ahinoi, sembra eccentrica ancora oggi. Racconta modelli di relazione che verranno creduti dai più come “cose da film” quando invece solo solo il minimo sindacale per chi non scende a compromessi con la gioia.
Bello il finale, con quel primordiale: “Io, giuro” che ha poi fatto la fortuna del suo Brokeback Mountain.

 

Eat Drink Man Woman (1994)
Eat Drink Man Woman poster Rating: 7.8/10 (23,613 votes)
Director: Ang Lee
Writer: Ang Lee, James Schamus, Hui-Ling Wang
Stars: Sihung Lung, Kuei-Mei Yang, Wang Yu-wen
Runtime: 124 min
Rated: Not Rated
Genre: Comedy, Drama, Romance
Released: 03 Aug 1994
Plot: A senior chef lives with his three grown daughters; the middle one finds her future plans affected by unexpected events and the life changes of the other household members.
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