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#Hernest di F. Rabacchin: un’intervista seria al regista, con illustrazioni

di il 25/07/2018
 

Hernest é un film ideato da Federico Rabacchin e Marco Scucciari di Galp Italia (gruppo amatoriale lungometraggi Padova), un progetto nato per mettere a disposizione mezzi e conoscenze per lo sviluppo e la promozione di film indipendenti. Il film, auto-prodotto in quattro anni con un budget di 30 mila euro, è stato presentato nella ridente Este alla presenza di regista e attori. La colonna sonora è stata affidata agli Everglade:

Noi della cricchetta, cani da fiuto con narici mai intasate, eravamo in quarta fila al cinema Farinelli per la seconda proiezione di questo horror trash della bassa padovana. Dopo la visione e un’attenta riflessione abbiamo voluto investigare assieme al regista alcuni inevitabili collegamenti tra quest’opera e la cultura classica/folcloristica. Ecco quindi l’intervista della nostra Stefania, punta di diamante, esperta di miti greci e inviata d’assalto (NdR):

 

Cricchetta: La scena della ragazza punk trovata morta nella vasca da bagno evoca subito l’immaginario di celebri morti dei secoli scorsi, come quella di Seneca o di Marat. C’è una morte in vasca da bagno che più ti ha ispirato per la composizione di questa scena? Secondo te perché le vasche da bagno assomigliano così tanto a delle bare?

Il regista: Sinceramente per la composizione di questa scena non sono stato ispirato da nessuna morte in vasca da bagno, durante i sopralluoghi per le scenografie siamo stati talmente colpiti dalla rozzità e bruttezza della vasca che abbiamo deciso di utilizzarla nelle riprese. La deposizione della salma “punk” è stata puramente casuale. Nella quotidianità, la vasca da bagno è sinonimo di tranquillità e serenità, abbiamo voluto giocare sulle sensazioni opposte per regalare allo spettatore una sensazione di frustrazione e sconforto. La vasca da bagno non assomiglia ad una bara ma ad un abbeveratoio per bestie!

 

Cricchetta: Il mais, per molte civiltà antiche e misteriose quali Maya, Incas e Aztechi, era considerato un dono dagli e per gli dei, ricco di proprietà e possibili impieghi. Anche nel tuo film la pannocchia sembra assumere un significato particolare, che rimane però oscuro. Potresti chiarirne la portata simbolica agli spettatori?

Il regista: Il significato verrà svelato nel sequel del film, avrà una spiegazione logica del motivo per cui viene costantemente proposta. La simbologia è chiaramente quella “fallica” ed il fatto che venga maneggiata per lo più dal personaggio maschile “alfa” lo rende un subliminale segno di virilità. Mi sono posto una domanda osservando la vostra foto maya… il mais ha anche poteri lassativi?

 

Cricchetta: L’incesto ricorre molto spesso nella storia dell’umanità, già a partire dal mondo classico: celebri sono le vicende di Edipo e Giocasta, Tutankhamon e Ankhesenpaaten, Cleopatra e Tolomeo, Caligola e Drusilla e voci diffamatorie corrono persino sui biblici Abramo e Sara. Alla luce di un fenomeno sociale così diffuso e storicamente radicato, cosa risponderesti a chi snobba il matrimonio sostenendo che, dopo anni di coniugio, marito e moglie si trovano a vivere “come fratello e sorella”?

Il regista: L’incesto nel film ha puramente lo scopo di enfatizzare le situazioni di disagio vissute nei manicomi dai pazienti. Rispondo alla tua domanda: “facciamo una gang bang, amico” (Hernest, 2018)

 

Cricchetta: Il piccolo Hernest prende il nome dalle scritte fatte dalla madre Irina durante la gravidanza: “Her Nest”, cioè “il suo nido”. Il simbolo del nido è centrale nella poesia pascoliana, rinviando alla sicurezza e al calore dei legami familiari. Fuori dal nido di Pascoli, regna la violenza: è questo che in realtà voleva dirci Irina? Un avvertimento sui rischi che il figlio demente avrebbe corso una volta uscito dal nido?

Il regista: In nome Hernest (Her – Nest) come hai accennato è un riferimento a “il suo nido” in questo caso “il manicomio” ma è stato del tutto casuale, la vera motivazione è che la madre, abbozzava lettere e frasi a caso. Molti particolari verranno trattati nel seguito.

 

Cricchetta: Un elemento preponderante del film è la cacca, ossia le feci. Perché ce n’è così tanta? Si tratta forse di un omaggio al cantautore De Andrè: “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior?”

Il regista: La “merda”, trattata così abbondantemente nel film, è un omaggio a tutti coloro che una volta nella vita si sono riconosciuti in una squassante scagazzata da colpo di freddo. Chi non ha mai giocato con le palline di merda da piccolo? (fango). Tanta merda = Soldi.

 

Cricchetta: Per chiudere, ti chiederei un piacere personale: potresti darmi il numero di quello che interpreta lo stupido con la canotta nera? Una “mia amica” vorrebbe chiedergli in che palestra allena i bicipiti.

Il regista: Posso solo dirti che si allena a Monselice, perché fa culturismo. Di la verità, ti piace?

 

 


Se questa intervista vi ha stuzzicati, come sicuramente ha fatto, e volete saperne di più:
Il sito della G.A.L.P.: galpitalia.it
La pagina Facebook di Hernest, il film: facebook.com/Hernest.galpitalia
La pagina Facebook degli Everglade: facebook.com/evergladeband

 

 

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