Presentato al Torino Gay and Lesbiam Film Festival 2016, è riuscito a dividere il pubblco, basti pensare che mentre applaudivo calorosamente a fine proiezione, da dietro volavano frasi tipo “una merda” e un amico – trovato dopo qualche minuto – me ne ha parlato come di “una noia mortale“. Non è un film facile e non è per tutti, ha quei tempi dilatati essenziali nell’economia della storia.
La vita perfetta di Andrea e Stefan, fatta di musica condivisa, attenzioni per il loro gatto e un’intesa sessuale gioiosa (e mai sventolata come conturbante) viene sconvolta da un fatto grave.
Il regista è bravissimo a documentare l’esasperazione di Andreas, la sua difficoltà a perdonare Stefan e contemporaneamente la caparbietà nello sforzo di far tornare le cose com’erano in precedenza. Quest’ansia è trasmessa interamente allo spettatore, Haendl riesce a generare un thriller delle emozioni: Stefan si ripeterà? Verrà perdonato?
Molto bravi gli attori, che riescono – con un’interpretazione per niente sopra le righe – a dare vita ad un quotidiano prima sereno e poi via via sempre più cupo. Bellissimi gli interni e le immagini di Moses, il gatto della coppia che – come nel più classico degli stereotipi gay – viene trattato come un figlio.
E’ il mio film preferito dell’intero festival