Approdo al Lido giusto in tempo per assistere alla transumanza del gregge del Tanaka, svogliatamente in partenza per altri pascoli; saluti e abbracci e Nerina , con il consueto sarcasmo che mi fa ” Questa Mostra fa cacare” ed infatti le palline del gregge si scorgono qui e là sparse nelle aree esterne del Palazzo del Cinema.
Sul fare della sera l’appuntamento è con l’eccelso Maestro Im Kwon-taek ed il suo Revivre: lui è un manager di una azienda di cosmetici, lei ha il cancro e sta morendo, lui la accudisce con amore e dedizione ma la comparsa di una sua nuova collaboratrice, giovane e bella, discretamente e sottilmente insinuante , sembra risvegliare nell’uomo, una passione che rimane però allo stato larvale e taciuta.
Con flash back ben strutturati il racconto si struttura usando come cardini il tema della separazione e dell’amore, della passione e del tormento dando vita ad un dramma in cui lo stile di Im è impeccabilmente riconoscibile in ogni suo passaggio. Peccato solo per quei 2-3 minuti di troppo sul finale.
Con oltre cento film all’attivo Im Kwon-taek è ancora uno di quei registi che sa titillare con sapienza i sentimenti.
Finale di serata nei giardini dell’Excelsior alla festa del cinema coreano, dove si mangia e si beve a sbafo: la cricchetta non poteva mancare.