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AFORISMA
Come ha fatto il bambino che ero a trasformarsi in questo vecchio ubriacone?
Aydin è il ricco proprietario di un albergo in Cappadocia. Sessantenne, ex attore di teatro e intellettuale, trascorre il suo tempo scrivendo articoli per un giornale e gestendo il patrimonio immobiliare paterno. Con lui vivono la sorella divorziata Necla e la giovane moglie Nihal.
L’isolamento del luogo e le miserie personali di ognuno creano la miscela che alimenta un motore narrativo fatto di parole, silenzi e paesaggi.
Sette buoni motivi per non andare a vedere questo film:
- Ha vinto la Palma d’Oro a Cannes. Citando l’implacabile Malgrado, questo non fa del film una merda ma, sicuramente, un prodotto sovrastimato.
- E’ piaciuto molto a Jane Campion. Nel caso ci fosse bisogno di aggiungere altro, vuol dire che c’è almeno una donna vittima di un uomo (e, infatti, ecco Nihal).
- Parlano tantissimo. I dialoghi sono quasi sempre il punto debole anche di buoni film. Qua ce n’è per oltre tre ore. Si scomodano Čechov, Shakespeare e persino Dostoevskij ma, per quanto si sforzi, Nuri Bilge Ceylan non è Tolstoj e i suoi personaggi, protagonista a parte, sono smorti, più che in letargo. Stereotipi con qualche pennellata di occhiuto colore.
- Mal sopportate l’odore di stantio che trapela da qualsiasi anziano, anche profumatissimo, seduto e fermo da più di due ore. L’età media degli spettatori in sala è sopra i sessanta.
- V’irrita lo sceneggiatore che tiene in ballo un personaggio per mezzo film e che, dopo averne esaurito il ruolo gregario, lo fa sparire senza alcuna ragione. Necla, dopo avere lentamente rivelato la natura sottilmente bastarda del fratello, scompare persino dai pensieri degli altri personaggi.
- Considerate qualsiasi film che superi le due ore una mancanza di rispetto per lo spettatore.
- Siete razzisti e non riuscite credere che i borghesi turcomanni possano avere gli stessi problemi d’inutilità esistenziale degli arianissimi e bergmaniani svedesi.
Sette… non esageriamo, facciamo… Tre buoni motivi per andarlo a vedere:
- L’assoluto pessimismo e il disprezzo per il genere umano. Non c’è un solo personaggio positivo o che abbia una visione di sé e delle cose che valichi i limiti dell’osso craniale. Ogni sentimento, aspirazione o comportamento è ritratto come già esaurito sul nascere, nelle motivazioni e negli esiti. Durissimo.
- Il paesaggio della Cappadocia, con le sue case nella roccia, i cavalli, la neve e i cieli.
- La capacità di fare cinema con un copione fortemente teatrale e di fare del lungo minutaggio una necessità espressiva (anche se, probabilmente, poteva ottenere lo stesso risultato anche con mezz’ora di meno).
Winter Sleep (2014) | |
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Rating: 8.0/10 (56,312 votes) Director: Nuri Bilge Ceylan Writer: Ebru Ceylan, Nuri Bilge Ceylan, Anton Chekhov Stars: Haluk Bilginer, Melisa Sözen, Demet Akbag Runtime: 196 min Rated: Not Rated Genre: Drama Released: 13 Jun 2014 |
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Plot: A hotel owner and landlord in a remote Turkish village deals with conflicts within his family and a tenant behind on his rent. |
“odore di stantio che trapela da qualsiasi anziano, anche profumatissimo, seduto e fermo da più di due ore”