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#Nerd – National Lampoon’s Animal House vs. Porky’s

di il 08/07/2020
 

Agli snob sembra una bestemmia: confrontare il blasonato Lampoon’s Animal House con la brutta copia Porky’s pare impossibile. La differenza nella percezione delle le due pellicole è data dal numero di citazioni e riferimenti in altri film, ovviamente a favore di Animal House. Per intenderci, Star Trek (Next Generation però) ha un episodio con citazioni ad Animal House.

In quattro serate di fila una commissione speciale della Cricchetta si è guardata Animal House e i tre Porky’s per giungere ad una insindacabile conclusione: tutti orribili, invecchiati male, con uno humour assolutamente non arguto, forse adatti ad un mondo dove far vedere uno che spia una tetta o un’erezione sotto i pantaloni faceva sganasciare dal ridere. Oggi proprio no.

Fatta la recensione, potremmo finirla qui. Invece no. Rimane da esplorare il sentire comune che ritiene che Animal House è cult mentre Porky’s è porcheria. Quindi, saliamo sulle spalle dei giganti, e il nostro gigante sia Roger Ebert, Premio Pulitzer per la critica 1975. Ebert scrive un’ottima recensione di Animal House celebrandone l’innovazione, l’anarchia, e la ricchezza di energia. Quattro stelle. Poi si guarda Porky’s e solleva le seguenti critiche: è misogino, gli attori non sembrano ragazzi giovani, non si costruisce un legame coi personaggi. Una stella.

Bene, siamo seri. Belushi quando ha fatto Animal House aveva 29 anni e ne dimostrava 50, con i suoi compagni soltanto leggermente più arzilli seppur prossimi all’andropausa. Le donne hanno solo il ruolo di voler fare casetta rompendo i piani ai maschi e, forse, visto il taglio del film, è ancora peggio di quello riservato loro in Porky’s. E poi quest’ultimo in fatto di donne si risolleva con gli episodi seguenti, che diventano però via via più brutti. Ma non per colpa del maggiore ruolo delle donne. Infine, in ogni Porky’s c’è una lezione per diventare più buoni, e sapete quanto crediamo all’importanza della funzione pedagogica dei film, no? (guardate quanti horror abbiamo recensito) Per esempio, nel primo, c’è l’accettazione di un ebreo da parte di un personaggio col padre fascistoide. Ci sono anche i disagi (e i disagiati) sociali in Porky’s.

Persino le leggende metropolitane celebrano Animal House. La bottiglia di Jack Daniel bevuta a canna da Belushi? Era riempita di tè. Ovvio, certo, ma la leggenda celebra il Belushi bevitore. Io ho un amico che beve una bottiglia di acqua tonica a canna, ma non lo vado a celebrare oltre una certa misura. E l’acqua tonica fa anche più schifo del tè.

La famosa scena della mensa che dovrebbe incoronare Belushi è sconclusionata e artificiale. Come Porky’s, intendiamoci. Né più, ne meno. La scena in cui le ragazze vengono spiate dalla finestra e alla vista del loro seno Bluto cade all’indietro con la scala mi ricorda episodi Fantozziani (che vengono tre anni prima). Ciò fa pensare che tutta questa grande innovazione non ci sia trattandosi di comicità diffusa in quel periodo.

Il merito di Animal House sta dunque nell’aver introdotto un genere, un tema. Di cui però avremmo potuto fare a meno.

 

 

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