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#BFIFlare – Primavera londinese a vedere film gheis ovvero delegato stampa per Flare 2017, quarta parte

di il 25/03/2017
 

Mi sono preso un giorno di riposo per andare a Bath a trovare un amico, e rivedere il mio pappagallo preferito che si chiama Asmara Poppea (lo conosco da 21 anni e una volta diceva ciao ciao con la mia voce ma ora non più), quindi devo recuperare qualche film.

Inizio la mattina prestissimo per rivedere The Handmaiden (già recensito per la cricchetta): è uno dei film più belli che abbia visto ultimamente. Non mi stufa mai, le immagini sono così belle e la storia così intrigante che di sicuro lo rivedrò ancora.
La mattina c’è un clima sereno, qui al festival, contrariamente alla sera, dove la frenesia regna sovrana, e si trasforma in un punto di ritrovo: c’è tanta gente che viene anche soltanto a bere, senza vedere nemmeno un film.


OUT OF IRAQ 2016 di Eva Orner Chris McKim (voto 4)
Documentario interamente improntato sulla storia d’amore tra Nayyef e Btoo e il suo tormentato svilupparsi.
Conosciutosi a Ramadi nel 2004 nel bel mezzo della guerra, uno traduttore per l’esercito americano l’altro soldato, si innamorano dando origine ad una relazione che si tramuta allo stesso tempo in una vera e proprio odissea, di tempo e di distanza.
Essere omosessuali nei paesi arabi è davvero un problema, certamente con gradi diversi da stato a stato, ma per quanto si alternino governi di potentati differenti, il minimo comun denominatore resta un attaccamento ossessivo ai dettami di una religione che lascia una spazio ristrettissimo all’autonomia dell’osservante.
Ci metteranno dieci anni a ritrovarsi (Nayyef si trasferisce a Seattle appena possibile).
Quello che mi ha più colpito è certamente l’atto di coraggio della coppia di mostrarsi in volto con nome e cognome (la famiglia di Btoo si era ripromessa di uccidere entrambi) e raccontare minuziosamente la loro vicenda, fregandosene delle ripercussioni (o disinteressandosi della paura), per dare un esempio forte e vincente.
Divertente l’inserimento di video tipicamente medio orientali, colorati e spiritosi.
La tenacia con cui Nauuef aspetta Btoo è ammirevole, spesso durante il film mi sono trovato a pensare ma chi glielo ha fatto fare?
Perché non si è trovato un fidanzatino a Seattle?
Potere dell’amore.

Rivedo subito dopo un film che avevo già visto alla Mostra del cinema di Venezia, qua recensito per la cricchetta. Rispetto a settembre l’ho apprezzato di più, alzo il voto da 3 a 4.
Film molto convincente.

MAE SO HA UMA 2016 di Anna Muylaert (voto 4) è un bel film brasiliano sulle vicissitudini di Pierre/Felipe che scopre a 17 anni che la madre lo ha rubato in ospedale appena nato ai veri genitori, e non solo, pure la sorellina con cui è cresciuto era stata sottratta ad un’altra famiglia.
Pierre/Felipe (in primo il nome dato dalla madre finta il secondo il nome di battesimo) è androgino, va a letto indistintamente con ragazze e ragazzi e adora truccarsi ed indossare abiti femminili.
Un’abitudine non certo ben vista dalla nuova, reale, famiglia e questo rende ancora più problematico l’inserimento del ragazzo.
Bella storia, scritta bene, originale e senza pretese (questa la sua grande forza); un film molto pulito che genera sempre un interesse vivo.

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