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#Venezia74 – Cronache Marziane! La mostra ai tempi del new jersey, parte 5

di il 08/09/2017
 

 

Qualche giorno fa il mite Giuliano Ferrara, dalle pagine del prestigioso Il Foglio, sosteneva che per come l’ha vista in due mattinate di inesauribile bellezza, Venezia è un posto normale, ingombrato da qualche trolley d’avanzo nelle ore di punta, ma godibile. Non contento, affondava la lama: A Parigi c’è sempre ressa, a Firenze sempre fila, a Venezia Dorsoduro c’era pochissima gente. Insomma, i veneziani che si lamentano sono degli snob di sinistra un po’ stronzetti. Ed allora ho avuto una folgorazione: non solo la tesi del buon Giuliano è assolutamente veritiera ma è addirittura evidente quanto i turisti che ordinatamente si recano a visitare la perla della laguna contribuiscano (f)attivamente ad alimentare ed accrescere il nostro patrimonio culturale. Ed ecco che l’episodio tanto deprecato dei tuffatori dal ponte di Calatrava risalente a fine luglio va visto sotto una nuova luce che ne ribalta completamente il significato. Ora è chiarissimo che i ragazzi belgi volevano costruire un ponte tra la cultura francofona e quella veneziana con una clamorosa rievocazione in salsa veneziana di Une Baignade, Asnières di Georges-Pierre Seurat.

L’omaggio è evidentissimo nei costumi dei bagnanti e nella posizione del ragazzo seduto con i piedi in ammollo nel dipinto, che risulta ruotato di 45 gradi nell’atto di tuffarsi nella geniale rievocazione degli artisti fiamminghi. Grazie ragazzi, grazie davvero e tornate con amici ancora più creativi…
Ok, parliamo di mother! (sì, minuscolo e col punto esclamativo, che ragazzaccio arty!) Nel preciso momento in cui il mio vicino di posto si è alzato alla fine della proiezione in sala Grande brandendo la stampella verso lo schermo all’urlo di: “VAFFANCULOOOOOO!” ho capito il senso dell’intera operazione. Darren Aronofsky ha scientemente costruito questa baracconata inauditamente kitsch con l’intento di creare il film più brutto della storia del cinema. Provocazione? O forse perché riuscire a fare il film più bello è operazione impossibile mentre per arrivare allo scalino più basso un tentativo si può anche fare? Da qualsiasi lato si guardi la questione, è un approccio intellettualmente disonesto perché quando Ed Wood girava i suoi lungometraggi di una bruttezza panteistica era fermamente convinto di creare grande arte nonostante il budget ridotto. Qui tutto è finto, falso e costosissimo (il cachet di questo cast è costato sicuramente più del PIL di dieci paesi africani). Non voglio dare a Darren la soddisfazione di uno zero! e quindi il voto è un solido 0,5.
Dai Monty Python a Michael Caine il passo è breve quindi via in Sala Grande per assistere a MY GENERATION, folgorante documentario sulla swinging London dell’età dell’oro, con footage inedito di Beatles, Who, Stones, Michael Caine, Twiggy, Mary Quant, Bowie, David Bailey etc etc e la voce narrante di Sir Michael Caine. Il baronetto più cool della storia era presente in sala e sembrava sinceramente stupito dei dieci minuti di ovazioni ed applausi scroscianti a lui tributati alla fine della proiezione. Ho cominciato a piangere già alle prime note di Waterloo Sunset ed ho smesso solo quando Michael si è finalmente allontanato perché probabilmente gli scoppiava la vescica. Voto 5, tanto scontato quanto obbligatorio.


Doppio valzer di Vodka Tonic con gli amici cricchettari, visibilmente scossi per le due ore di mother!minuscoloeconilpuntoesclamativo! e sono già in prima fila per SWEET COUNTRY di Warwick Thornton. Un western ambientato nell’outback australiano, una semplice trasposizione nel subcontinente di un migliaio di storie già viste sul razzismo, solitamente ambientate negli States. Ogni singolo sviluppo del film è prevedibile con almeno mezzora di anticipo ma il talento visivo del regista è innegabile e le immagini sono assolutamente straordinarie. Voto 2 anche se il regista per il momento sembra più adatto a collaborazioni con il National Geographic che a lungometraggi veri e propri.


Sono seduto in vaporetto a fianco di due grassoni di Tor Vergata che discutono animatamente sulle possibili fonti di finanziamento per un remake di Mary Poppins in romanesco, quando improvvisamente un dubbio mi assale: e se mother!minuscoloeconilpuntoesclamativo! alla fine fosse solo il tributo di un fan adorante dei Monty Python ad uno dei loro sketch più famosi, Kilimanjaro Expedition?

 

 

 

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