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#Venezia76 – Al direttore della fotografia Luca Bigazzi il premio Campari Passion for Film

di il 15/08/2019
 

La Biennale di Venezia e Campari annunciano che è stato attribuito al direttore della fotografia Luca Bigazzi (La grande bellezza, Così ridevano, Pane e tulipani) il premio Campari Passion for Film della 76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il premio, istituito l’anno scorso alla 75. Mostra, si propone di valorizzare lo straordinario contributo che i collaboratori più stretti del regista offrono al compimento del progetto artistico rappresentato da ciascun film. Solo occasionalmente, direttori della fotografia, montatori, compositori, scenografi e costumisti vedono adeguatamente riconosciuto il loro apporto, spesso determinante ai fini della qualità del risultato finale. Passion for Film premia a turno una di queste figure (l’anno scorso il premio era stato attribuito al montatore statunitense Bob Murawski), non semplici artigiani ma artisti e co-autori delle opere a cui offrono il contributo del loro insostituibile talento.

La consegna del premio a Luca Bigazzi avrà luogo domenica 1 settembre alle ore 16.30 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della proiezione Fuori Concorso, in prima mondiale, del suo nuovo lavoro, la serie The New Pope di Paolo Sorrentino (episodi 2 e 7) con Jude Law, John Malkovich, Silvio Orlando, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, prodotta da Sky con Hbo, Canal+, realizzata da Wildside e distribuita nel mondo da Fremantle.

Alberto Barbera ha dichiarato:  “Il cinema italiano, dalla seconda metà degli anni Ottanta a oggi, è legato in larga misura allo straordinario lavoro di Luca Bigazzi. Con un approccio personale e controcorrente, Bigazzi ha rivoluzionato il modo di intendere il lavoro del direttore della fotografia: poco tempo dedicato a posizionare le luci, utilizzo creativo e geniale delle sorgenti luminose naturali, da sempre incollato alla cinepresa per individuare la migliore inquadratura possibile e i più congeniali movimenti di macchina. Privo di qualsiasi atteggiamento reverenziale nei confronti del 35mm, al contrario è aperto alla sperimentazione più gioiosa delle inedite possibilità offerte dallo sviluppo della tecnologia di ripresa e di manipolazione dell’immagine. L’estrema versatilità, che gli consente di lavorare con registi molto diversi l’uno dall’altro – e apparentemente opposti al suo modo di intendere l’approccio al cinema (come nel caso del sorprendente sodalizio con Sorrentino) -, si coniuga perfettamente con le doti di velocità, precisione, sprezzo delle regole consolidate, predisposizione ad adattarsi a ogni tipo di budget, che lo hanno imposto su tutti come il miglior direttore della fotografia italiano degli ultimi trent’anni”.

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