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4 Pillole e 4 Personaggi di #Venezia79 : L’immensità, TÁR, Valeria si sposa e Nezouh

di il 04/04/2023
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L’immensità di Emanuele Crialese
Basta un poco di zucchero e la pillola va giú, vero Emanuele?
Quanto paraculo bisogna essere per mettere Penelope Cruz che balla Raffaella Carrà nell’introduzione di un film? Lo sappiamo già che le zollette piacciono ma l’esperto sa anche che aggiungerle al caffè impedisce di capirne la qualità: intorbidisce passivamente, garantendo soddisfazione preconfezionata standard, da bar di periferia. Se il target sono il divano, gli asili e le coperte marroni a scacchi sulle ginocchia, che ci facevo li in sala? Per favore, metti un avviso sulla locandina la prossima volta. Se lo zucchero serve solo a coprire il gusto di un pessimo caffè, allora diciamo che ti sei giocato un Jolly da Novella 2000 per confondere il torbido, ma più che di forma, era di ben altra sostanza che dovevi preoccuparti: l’immensità è un’opera piatta, sbiadita, dimenticabile, priva d’interesse e arresa. È un coltello spuntato, poco affilato e orribilmente inoffensivo. Il film è scarico, pavido e innocuo: l’aggettivo peggiore in assoluto da associare ad un’opera artistica.
Violenta gli spettatori, bloccati sotto l’imbarazzante ombrellone del “grande messaggio sociale”, umiliato al cinema per l’ennesima volta. Dammi un po’ di onestà, per l’amor di Dio.
I tempi di Nuovomondo son lontani caro mio e, facendo così, scegli il pubblico della domenica pomeriggio. Sei felice? Ti basta questo? Davvero?
Impossible resistere in sala per più di 40 minuti.
Sconsigliato


TÁR di Todd Field

Tar è potente quanto il suono che si emette nel pronunciarlo.
Tar è incisivo: entra a poco a poco come un bisturi delicato. Coinvolge e paralizza, non solo lo sguardo. È dannatamente elegante, e non si tratta di estetica, si parla di raffinatezza in ogni immagine, anche in quella dell’edificio abbandonato, dimora di coloro che non hanno più nulla da perdere.
Cate Blanchett ancora una volta ci regala una recitazione maestosa trascinando lo spettatore dentro ogni emozione del personaggio che interpreta. Il film è un escalation unica di tensione e angoscia che rimangono dentro anche a distanza di giorni dalla visione. Non si tratta di un banale film sulla musica classica, bensì di ciò che la musica è capace di trasmettere.
Consigliato

VALERIA MITHATENET (VALERIA SI SPOSA) di Michal Vinik è una bella sorpresa. Nonostante l’immancabile sonno postprandiale aggrappato alle palpebre delle due del pomeriggio, non ho chiuso occhio e, alla fine, il film si rivela tra le migliori visioni fuori concorso.
La storia di un vecchio ebreo che compra on-line una giovane ucraina da prendere in moglie viene rallegrata da una scrittura affilata e vive di tensione compressa all’interno di una sola stanza, senza mai annoiare.
Dimostra, come se ce ne fosse ancora bisogno che, se hai talento, la limitazione (di spazio, in questo caso) acuisce la creatività e che meno è più e più è meno.
Consigliato

#Nezouh di Soudade Kaadan
Una Damasco martoriata e sotto assedio ci regala inaspettati momenti di leggerezza e innocente ironia.
La famiglia della quattordicenne Zenia è una delle poche che non ha ancora lasciato la propria casa, soprattutto a causa del padre che si ostina a ritenerla una fortezza inespugnabile. L’ottusità della figura patriarcale viene gustosamente derisa in tutto il film, e contrapposta a tènere immagini di una libertà da pre-gustare lanciando una corda oltre le pareti squarciate.
#consigliato, solo a chi non ha ancora smesso di sognare.

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