The Kingdom: Exodus
Alla terza e ultima parte della storica saga de Il Regno, non si può voler male.
Cinque brevissime ore mai noiose.
In alcuni momenti la scrittura è genuinamente divertente ma, più spesso, ficca nelle orecchie del pubblico battute da prete che ricordano drammaticamente i giochi di parole dei nonni arzilli alle cene di Natale. Quelle a cui non possiamo rifiutarci di andare: tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo dovuto ridere a denti stretti alle battute tristi di un anziano. La differenza – in questo caso – è la lucida e macchiavellica Volontà®: se il nonno è pietoso, Il Regno è invece diabolico.
È il regista a ridere delle sue battute brutte alle spalle del pubblico, non viceversa.
Per godere, bisogna insomma essere pronti a trovarsi davanti alla commedia demenziale dell’anno (cit.).
Il perché Lars Von Trier, col passare del tempo, abbia sentito l’esigenza di spingere il suo inquietante-psycho-thriller-sovrannaturale-noir-horror® del 1994 verso una comicità sempre più vicina al trash è difficile da immaginare. Sparo a caso: ha cambiato farmaci?
A coronare il famoso episodio in cui venne escluso dal festival di Cannes per presunto inneggiamento pubblico al nazi-fascismo, il film è tempestato di sfottò poco velati a: gente di colore, handicappati, donne, ebrei, bambini con tumore in stadio terminale, ambientalisti, perbenisti, cacciatori, danesi e satanisti.
Omosessuali no, perché? Cosa avrà voluto comunicare il maestro escludendo questa categoria? Forse un timido coming out?
Consigliato!
Rumore bianco (White noise) di Noah Baumbach.
Un irriconoscibile Adam Driver interpreta il vecchio, grasso e goffo prof. universitario tormentato dallo spettro della morte. La moglie nasconde la dipendenza da un misterioso farmaco che uccide la memoria. Nel frattempo sopra la città incombe l’Apocalisse.
Sembra bello, no? A pensarci, però, a chi importa della trama? La trama non dice nulla sulla qualità o l’indole di un film.
Una mano di regia superlativa e una fotografia mozzafiato fanno da cornice a questa pellicola inclassificabile, a tratti grottesca, che mette a video talmente tanti generi cinematografici tutti assieme da rappresentare probabilmente l’inizio di un nuovo filone. È talmente colmo di trovate ironiche e aforismi iconici da perderne il conto.
Divertente, dinamico e originale, è stato il primo candidato a Leone d’Oro per la Cricchetta, nonostante non fosse nemmeno in concorso e prima di essere surclassato dagli immensamente migliori The Banshees of Inisherin, The Whale e Tar.
Perde quota soprattutto alla fine, quando arriva lo spiegone arrendevole, perché per la prima volta sembra che il regista si preoccupi anche di favorirne la comprensione a un pubblico ottuso di cui fino ad allora sembrava infischiarsi. Forse conosce gli spettatori fin troppo bene.
Si riprende sul finale dimostrando comunque una forza insperata.
Consigliato.
Non so se Un Couple sia brutto ma so che inquadrare una donna che legge lettere d’amore in giardino per 60 minuti non è cinema, è un podcast romantico per ragazzine.
Zero regia/fotografia, zero dinamismo, zero linguaggio cinematografico. Il risultato è di una povertà mortificante. La camera fissa sull’attrice viene intervallata raramente da immagini random di:
- Foglie
- Rami secchi
- Fiori
- Rocce bagnate
- Rane
- Ruscelli
- Onde
- Alberi mossi dal vento
A questo punto, perché non tenere il proiettore direttamente spento, vista anche la crisi energetica, lasciando accese solo le casse? O Perchè non mettersi a letto sognando il primo bacio con il podcast di Cioè sulle cuffiette?
Mai visto dare tanto credito a un progetto così senile. Mi chiedo, se non fosse stato firmato da un regista anziano come Frederick Wiseman, i suoi irriducibili fan avrebbero applaudito comunque a fine proiezione? Sarebbe entrato in concorso ad uno dei più importanti eventi cinematografici al mondo? Non è che quelli che ho sentito sono gli stessi timidi applausi, scatenati da tenerezza, piaggeria, affetto e imbarazzo alla nonna centenaria paraplegica che legge una poesia brutta al matrimonio del nipote?
Sconsigliato immensamente!
…to be continued…