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FEFF 17 – Il Diario delle pecorelle – Prima puntata

di il 27/04/2015
 

Cari affezionatissimi delle pecorelle cinefile.
La vostra attesa è finita.
Siamo qua.
Da ieri.
L’erba del pratino antistante il Teatro Giovanni da Udine è un po’ troppo corta ma fresca.
L’accoglienza ci fa entrare con disinvoltura e amabilità, come è costume in questo bellissimo festival fatto di passione, divertimento e sana forza lavoro friulana.
Il pavimento del teatro è stato preventivamente rivestito di cerata. Le pecorelle, insomma si sentono a casa, eccitate e pronte a tutto.
Nerina, in treno, si è guardata sul tablet un film proiettato ieri a cui teneva molto: Breakup Buddies di Ning Hao, buddy movie, per l’appunto, che parla di un depresso neo-divorziato costretto dal suo migliore amico a viaggiare attraverso la Cina in auto alla ricerca di donne scaccia chiodo.
Breakup-Buddies-images
Trama originalissima che nelle abili mani del regista diventa un pasticcio che non fa ridere, non commuove, non stupisce ma che insegna: se la tua donna ti molla e tu ne sei innamorato, soffri. Siamo dalle parti di Eraclito. Lo si capisce dal grazioso cagnolino.
Probabilmente, ci rivelerà in seguito il più affascinante critico prezzolato da Pechino, questo film è il risultato della purga rieducativa che l’autore ha dovuto subire dopo il geniale e nerissimo No man’s land precedente.
L’implacabile pecorella non crede ai suoi occhi. Per la rabbia bruca persino le poltrone in vilpelle (l’odierna ecopelle) delle poltrone già smangiucchiate dell’affollato regionale Mestre – Udine. Chiediamo scusa alla Ferrovie dello Stato.

Un’occhiata alla variegata e coloratissima folla che invade l’atrio del teatro e le passa tutto. Siamo pronti per The Royal Taylor di Lee Won-Suk, storia di un vecchio sarto di corte tradizionalista e dell’incontro con un giovane collega creativo e geniale che lo porterà a mettere in discussione la proprie convinzioni e l’intera moda dell’epoca.

20141125_seoulbeats_The_Royal_Tailor.jpg

Ci aspettiamo molto da questo film perché:
– ci piacciono i film in costume
– ci piacciono i costumi
– un film che ha per protagonista un sarto non omosessuale è una rarità
– i coreani, se vogliono, sanno raccontare e colpire.
Le aspettative sono confermate per i primi tre punti. Il racconto, invece, dopo una bella impennata visionaria a metà film, s’incarta in una sceneggiatura ridondante e involuta, che affloscia le brillanti premesse in un drammone scontato e piuttosto ordinario.
Pradina, la pecorella fashion, ha apprezzato ma è l’unica ad averlo visto fino in fondo. Tutte le sorelline si sono addormentate ben prima dei titoli di coda.

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