L’A.S.S.O. nella manica, The Duff di Ari Sandel
Un teen movie scritto bene che vola originale sopra i ferrei clichè di genere
Un paio di marchette drammatiche per accontentare le scimmie
Certo che me la scoperei a sangue, ma non mi piacerebbe
Riflettendo sulla mia decennale investigazione cinematografica cosciente, quella cioè che – liberatasi dall’infantile schiavitù del multisala preconfezionato – si è incastrata malvolentieri tra le pieghe più sporche dei festival internazionali, distinguo nitidamente due categorie: i film che mi son piaciuti e i Miei Film Preferiti®. C’è una bella differenza:
dei primi ricordo praticamente solo stupendi mattoni asiatici muti in bianco e nero o documentari in super otto che affondano a colpi di conoscenza la lama della cultura (colpi dai quali i più si difendono), dei secondi invece ricordo che avrei tanto voluto mi facessero felice ma, nel momento in cui potevano farlo, si son rivelati ovvie, immaginabili, ciofeche. I Miei Film Preferiti® sono quelli a cui tendo spontaneamente senza sapere nemmeno più il perchè; e stanno tutti dentro due categorie:
- gli adorati Horror/trash/porno, dai quali non riuscirò mai a smantellare il santuario punk che è da sempre motore rivoluzionario;
- il Teen-school-stupid-muscles-blonde&nerd-movie® che custodisco nell’ultimo pezzo di cuore di ragazzo per bene mai cresciuto, e di cui The Duff è un vertice assoluto: un piccolo capolavoro in perfetto equilibrio tra comicità originale ed omaggio rigoroso al cliché da cui succhia le tette.
Non è facile introdurre la super-nerd protagonista del film, perchè è un minestrone basso, grasso e oleoso di aggressività, intelligenza, fragilità, spontaneità e frustrazione. Ma non è la solita sfigata, anzi, si sente bene, si sente bella, ha le sue amiche alte, bionde e popolari che le vogliono un gran bene, ha i suoi talenti e tante passioni. Va bene a scuola e la mamma è una di successo. Nessuno si accorge di lei, ok, ma vive in un mondo che le piace perché finalmente sembra essersi evoluto dall’era dei primati:
“Per generazioni, i liceali potevano essere solo atleti, secchioni, reginette, bulli o emarginati. Ma i tempi sono cambiati. Gli atleti giocano ai videogames. Le reginette sono sotto antidepressivi e i secchioni in pratica guidano il paese”
Sembra che vada tutto bene, ma sotto sotto qualcosa non va, sente un ardore sottopelle quando vede le scimmie® col sogno di: camicia stirata, aperitivo, disco, calcio, bolgia, ciuffo, machismo, ignoranza, possessività, macchina nuova, birra e selfie. Non segue la moda, ripudia le regole non scritte dei perbenisti, odia i cliché dell’adolescenza ed il marketing del corpo. Qualcosa non va. Non è come gli altri, è diversa, detesta il capitano della squadra di football e odia i tanga rossi. Ma non capisce, non sa. Poi, finalmente, in mezzo a tanta confusione, così, a ciel sereno, arriva il fulmine:
“Non e’ compito mio dare a un pervertito come te informazioni sulle mie amiche.
Invece credo di si, la gente ti chiede di loro, vero? Lo fanno perchè è il tuo compito come A.S.S.O.
Come cosa?
A.s.s.o: Amica Sfigata Strategicamente Oscena
Come mi hai chiamata!?
Niente di nuovo, ce n’è una in ogni gruppo. Una che non è bella, ma fa sembrare più belle le sue amiche. Quella che è più avvicinabile e con cui è più facile parlare, perchè nessuno cerca di scoparsela.
E se non sai chi sia tra le tue amiche, allora probabilmente sei tu”
“DUFF” l’acronimo di “Designated Ugly Fat Friend”, ovvero “La brutta grassa amica designata”
Ora tutto torna, gli occhi sono aperti e riconosce ogni gesto, ogni domanda, ogni sguardo, riconosce il DUFF di ogni gruppo. Le dinamiche della scuola prendono senso, il terreno le si apre sotto i piedi e disperata cerca di lottare, coprendosi di ridicolo in una sequenza di scene irresistibili e intelligenti. Una tra tutte quella porno immaginaria tra il ragazzo della piscina e la casalinga annoiata. L’uso originale e divertente del già visto è, sintetizzando, di gran lunga la miglior qualità della pellicola.
Non mancano un paio di cadute di stile, entrambe telefonate e doverose: i “drammi” della video-umiliazione virale a scuola e del ragazzo tanto sognato che si rivela invece superficiale, volgare e reo di bassezza empatica. Ma è il minimo scotto da pagare in una pellicola che deve piacere anche al primate-umanoide americanocentrico-americaneggiante medio.
C’è tutto quello che voglio, c’è quella bassa e grassa coi capelli appiccicati alla fronte che alla fine – contro ogni aspettativa – non diventa bella, c’è la bionda anoressica psicotica che corona il suo sogno di reginetta, ci son le amichette fedeli, c’è lo stupidotto scopabile, l’idiota sincero e ci sono i social network, i ralenty con le tette delle sedicenni, la festa da ballo estiva, i party in piscina con la birra e la carta igienica, i genitori che divorziano e il pippone moralistico finale. Insomma, riuscire a mettere dentro tanta merda e farlo diventare un film così bello è stato un miracolo.
The Duff dimostra, se ancora serve dimostrarlo a qualcuno, che non importa quello che si dice ma come lo si dice.
Io a The d.u.f.f. ci voglio bene.
Consigliato!
The DUFF (2015) | |
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Rating: 6.4/10 (103,021 votes) Director: Ari Sandel Writer: Josh A. Cagan, Kody Keplinger Stars: Mae Whitman, Bella Thorne, Robbie Amell Runtime: 101 min Rated: PG-13 Genre: Comedy, Romance Released: 20 Feb 2015 |
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Plot: A high school senior instigates a social pecking order revolution after finding out that she has been labeled the DUFF - Designated Ugly Fat Friend - by her prettier, more popular counterparts. |
a me è sembrato appunto un Teen-school-stupid-muscles-blonde&nerd-movie® uguale a decine di altri.
dev’essere perchè, come mi ha svelato il Tanaka, ci ha messo due spicci anche quel vecchio coglione di Ridley Scott…
più che un film senza morgan freeman mi pare sia da catalogare sotto i film da stiro. non impegna, non macchia, ti permette di leggere i messaggi e le email sullo smartphone, e se per caso sei in carenza di sonno aitua pure un po’.