A Complete Unknown, Black Dog e la poetica della moto senza casco, con un pizzico di Reacher
Il primo LP (oggi vinile) che mi comprai per suonarlo sull’unico stereo proletario allora disponibile, quello del Reader’s Digest, fu The Freewhelin’ di Bob Dylan. Una dozzina di canzoni, solo chitarra e voce. Tra loro, Blowin’ in the wind che imparai a suonare di nascosto dal mio maestro che mi imponeva il Carulli (manuale di chitarra […]
My favorite cake (Il mio giardino persiano) di Maryam Moghaddam & Behtash Sanaeeha
Quanto è bello rifugiarsi in questo luogo protetto, sicuro, riparato dal vento, dalle piogge e dai vicini curiosi; un angolo solo nostro, fuori dalla velocità, dove vale soltanto la regola della cura, del tempo lento, del cibo masticato e dei respiri profondi. Sembra il giardino di Mahin pieno di piante e fiori. Ci sono alberi […]
I rifiuti dell’anima, Perfect Days di Wim Wenders
Se avete mai incontrato uno di quei fastidiosissimi snob che vanno in vacanza in Giappone, questi vi avrà sicuramente parlato dei cessi nipponici: belli, puliti, moderni, profumati. I bagni sono il primo impatto con la cultura del sol levante. Questi luoghi sconfiggono la repulsione per i rifiuti del corpo, con la loro schifosa consistenza e […]
La salvaguardia dell’identità, Som Du Ser Meg (Come mi vedi) di Dad Johan Haugerud
Dag Johan Haugerud si cimenta nel suo primo lungometraggio senza abbandonare del tutto la metrica di un corto. Nella stessa pellicola mette a confronto, in maniera distaccata ma pungente, il comportamento umano di tre donne che, in prima analisi, sembrerebbero non avere nulla in comune se non la palazzina dove vivono, ma alla fine il […]
Barbie di Greta Gerwig
La prima volta che ho sentito parlare di Barbie “live action”, l’ho immediatamente inserito nel grande elenco della categoria: “Non l’ho visto e non mi piace”. Non c’è bisogno di spiegare il perché. Credo fosse l’approccio comune di ogni persona adulta, libera da mocciose da allevare. Poi un amico ti dice che è bello, leggi […]
#Ema di Pablo Larraín – [V.M. 18]
Sono felice Ema, in estasi, ma un po’ preoccupato. Perché? Per la musica di merda che state ballando. Mi chiedo, perché? Vuoi saperlo? Non spiegarmi niente, che vergogna, pietà! Dove volete arrivare? Che vuol dire? È musica da carcere. È roba che si sente solo in prigione. Tum cha-tum-cha tum-cha, tutto il giorno cazzo, tutto. […]