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#Venezia72 – Il diario porno-scatologico parte 1

di il 03/09/2015
 

Preferisco guardare da solo i film, specie se lunghi, perché le persone dopo un po’ puzzano. E’ una regola ferrea e pure fisiologica, vale sempre, tranne per pochi Festival Eletti® dove la Tracotante Presenza Unita© della Cricchetta del cinemino® è corpo solido di un piacere a cui quest’anno ho dovuto in parte rinunciare. E non valgono scuse, non mi si venga a parlar di piccoli energumeni testardi, di nuovi latifondisti sfruttatori, di attualissime barriere all’immigrazione (anche per i profughi da Londra) o di mamme punk incastrate con adorabili sedicenni: no! Son bazzecole per le quali non potrò mai perdonare l’avermi semi-abbandonato in un buco nero fatto di gente abbronzata in abito scuro da quattro soldi che ha potere decisionale su una massa barbuto-finto-colta.
E’ anche vero, però, che – dopo una decade – ci si inizia a sentire a casa: una fetta di Budino veneziano® – spacciato pure per dolce tipico – un cono gelato dietro al Leon D’oro (con le commesse che – negli anni – ho visto invecchiare), i soliti stronzi che affittano l’appartamento della nonna morta al Lido a cifre spropositate, l’allestimento standard, la vista di piazza San Marco dal battello e i cuscinoni sporchetti della Cittadella del cinema, ah, Venezia 2015! Tutto come sempre.

 

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E allora, perchè ancora qui? E perchè desiderarla così tanto?
Ci sono i film, certo, ci son le feste dove imbucarsi per bere a scrocco bollicine coreane, ci sono le Star: tutte cose belle ma, dopo aver già visto tutto cosi tante volte, perchè?
Perchè la Mostra del Cinema di Venezia è un Evento Storico, antico, che sa di ricchezze vissute, che odora di fasti di un tempo che non potrà tornare, il passato entra nelle vene e fa ancora immaginare sogni stupidi, come quello in cui in ogni giorno tutto possa accadere, tutto possa cambiare e la vita possa sorprendere e profumare di nuova eccitazione: un incontro, una svolta, una sorpresa, una sfida, una nuova scusa per sentirsi non banali. Cose da film, appunto.
Tutto questo contribuisce a rendere l’evento un piatto così appetibile per ciò che riguarda la settima arte. Più degli Oscar, perchè l’apporto di Coca-cola+Pop-corn viene frenato dal buon gusto, più di Cannes perchè alla portata di tutti e più di Berlino perchè l’organizzazione è, si, pressapochista ma meno a misura di treno e di automi.
Introduzione inutile, come sempre, ma il diario porno-scatologico dal Lido deve parlare di film e, cosi, tra un caffè, un Chupa chups e uno spritz al Cynar guardando il mare:

El desconocido dello spagnolo Dani de la Torre è un thriller con tanto di psicopatico bombarolo simile ai film per la TV che mandano su Rete 4 ad agosto, solo un po’ meno intelligente.
Lunghe code all’ingresso e pure qualche maretta senile per un pistolotto moralista sugli squali dell’economia. Un aborto tra Speed e il bel Locke. Merita una recensione approfondita da quanto è brutto.

2

Code piccole invece per il bellissimo Underground Fragrance di Pengfei e gusti maleodoranti del pubblico qui al Lido per preferire altro, tipo la cena.
L’arte asiatica è una garanzia e al tempo stesso la giusta conferma del fatto che il mondo non cambia. Che la gente segue la massa, anche quando si ciba di vomito e merda. Triste, immagino, per gli organizzatori, il non poter far altro che proiettarlo in una saletta grande come un soggiorno, vuota per metà. Quando avrebbe dovuto godere di platee ben più prestigiose. Merita una recensione approfondita da quanto è bello.

3

Saggiamente consigliato di saltare a piè pari il film del regista noto praticamente solo per la popolare serie TV True detective (Cary Fukunaga) entro in sala senza nessuna aspettativa per l’ultima proiezione della giornata: Winter on fire di E. Afineevsky. Intenso ed emozionante documentario al limite dello snuff-movie sulla più recente tra le mille pieghe infami, drammatiche e inumane della Storia: la rivoluzione ucraina a cavallo tra il 2013 ed il 2014. Un girato in prima linea che raccoglie una realtà vicina e dai dettagli semi sconosciuti ai più. “Dopo tutte le guerre che ci sono state nel mondo risolviamo ancora i problemi uccidendoci a vicenda“.
Ovviamente sala vuota: i danni della cultura televisiva italica media si manifestano sistematicamente.

4

 

Continua…
(in attesa dell’integrazione asciutta e gentile del novello centenario in forze alla Cricchetta qui al Lido per il primo anno)

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