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Venezia 71 – Hungry Hearts di Saverio Costanzo

di il 16/01/2015
Mi PIACE

La prova degli attori
Il crescendo drammatico sviluppato dalle ottiche e dalle inquadrature

NON MI PIACE

Il terribile finale

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AFORISMA
 

Piccoli mostri (non) crescono

 

Non so quando verrà il turno di Saverio Costanzo. Non so se l’ex potentissimo padre sia ormai d’ostacolo o sia ancora risorsa (sospetto la seconda). So che, sin dall’originale Private di dieci anni fa, non ho mai smesso di considerarlo uno dei pochi registi italiani in grado di raccontare storie con stile forte e personale, di sceglierle secondo una propria vocazione a esplorare le zone grigie dell’umana natura, di cambiare registro narrativo in funzione della situazione (l’opposto di quanto fa Sorrentino, per intenderci).

Hungry Hearts poteva davvero essere la sua celebrazione. La vicenda liminale di una maternità che proietta la madre in un mondo esclusivo e ossessivo: quello della protezione del bambino dall’ambiente tossico della normalità occidentale, fatta di medicina empirica e industria alimentare. L’amore e la comprensione del marito in lotta col timore per la salute del figlio che non cresce ed è denutrito. Lo scontro tra due ragioni inconciliabili. Le tragiche conseguenze.

Un racconto potente e originale, totalmente nelle corde di Costanzo, affrontato con grandissima cura, sia nella direzione degli attori, sia nell’uso delle ottiche e delle inquadrature che seguono e amplificano il crescendo drammatico. Tutto funziona: gli interpreti Alba Rohrwacher e Adam Driver (premiati con la Coppa Volpi), che danno vita a una delle coppie più credibili passate sugli schermi veneziani; le belle musiche di Nicola Piovani, con lo stupendo recupero di “Tu sì ‘na cosa grande” di Domenico Modugno, che svettano solitarie tra le colonne sonore, omogeneizzate e intercambiabili, delle altre opere viste al Lido; la scelta di girare a New York e in inglese a sottolineare la funzione paradigmatica del dramma.

Funziona tutto fino a tre quarti. Poi, inspiegabilmente, la misura e l’invenzione nel costruire la storia, procedendo per piccoli scostamenti, si frantuma in una serie di soluzioni narrative grossolane e insistite che culminano in un finale horror di serie B. Perché? Timore di risultare esangue e inconsistente come la maggior parte dei colleghi italiani? Dovevi chiudere in fretta il montaggio per presentarti a Venezia? In quest’ultimo caso, caro Saverio, ti prego: edita l’ultimo quarto d’ora. Non ci vuole molto. Togli tutte quelle teste di cervo e risolvi la scena con un semplice gioco d’ombre. Elimina l’entrata della madre di Jude e mettici solo un rumore fuori campo. Semplice ed efficace, come tutto il resto. Come il bell’incontro puzzolente dell’inizio, come il polisemico titolo. Il film è bello. Ci sono cuore e talento. Non buttarli via così e per favore, se appena puoi, non farlo doppiare.

Hungry Hearts (2014)
Hungry Hearts poster Rating: 6.3/10 (171 votes)
Director: Saverio Costanzo
Writer: Marco Franzoso (novel), Saverio Costanzo (screenplay)
Stars: Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, Al Roffe
Runtime: 109 min
Rated: N/A
Genre: Drama, Thriller
Released: 15 Jan 2015
Plot: The relationship of a couple who meet by chance in New York City is put to the test when they encounter a life or death circumstance.
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