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Roma 2014 – Intervista esclusiva all’interprete di Doraemon 3D

di il 09/11/2014
 

In occasione dell’uscita nelle sale italiane di Doraemon 3 D di Takashi Yamazachi e Ryûichi Yagi, pubblichiamo integralmente il testo dell’intervista in esclusiva che Neko Miaghi, l’attore che interpreta da anni il famoso gatto blu in tutti i lungometraggi della serie, ha rilasciato alla nostra collaboratrice in occasione del Festival del Cinema di Roma.
Il divo, che parla un discreto italiano, ha dimostrato grande disponibilità rispondendo simpaticamente anche alle domande più indiscrete.

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D: Anzitutto le volevamo fare i complimenti per la sua interpretazione. Ci sembra che, con l’andare degli anni, il suo personaggio acquisti sempre maggiore profondità e spessore.
R: Mi fa piacere che l’abbia notato. In effetti, dopo tanti anni, l’approfondimento della complessa personalità di Doraemon è diventato per me una necessità. Nonostante il pesante trucco, sono lieto sia emerso il contrasto di sentimenti “voglio tornare a casa\sono costretto a restare” che ho cercato di imprimere nello tormentato sguardo del personaggio.

D: Che differenze ci sono nel lavorare col 3D, se ci sono, e come si è preparato per le tante e pericolose scene d’azione?
R: Non ho trovato grandi difficoltà. Takashi e Ryûichi sono dei veri esperti del genere e mi sono stati di grande aiuto nel rendere la mia recitazione il più naturale possibile, anche nelle numerose riprese in CGI. Riguardo le scene d’azione, come saprà, ci tengo a non usare gli stunt. Sono atleticamente molto in forma e, comunque, gli standard di sicurezza, in Giappone, sono molto elevati.

D: E’ vero che ha avuto un diverbio con lo sceneggiatore? Qual è stata la ragione?
R: Si è trattato soprattutto di una divergenza sul target di pubblico da raggiungere. Io insistevo per privilegiare l’aspetto avventuroso su quello sfigato sentimentale che domina invece l’intero soggetto. Pensavo ci avrebbe maggiormente aiutato nel mercato internazionale dove i bambini, grazie a Freud e alla fase latente, le questioni di cuore non sanno cosa siano. Purtroppo da noi in Giappone, invece, la psicanalisi stenta a penetrare e i nostri connazionali pensano al sesso già in tenera età. Da qui la discussione.

D: Nel film ci sono diverse scene di violenza e bullismo, soprattutto tra Nobita e i suoi amici, che ricordano, in certi momenti, scene analoghe di ‘Arancia meccanica’. Non trova siano un po’ troppo forti per il pubblico di riferimento del film?
R: No, non direi. Oggi siamo abituati a vedere scene di violenza ben peggiori in qualsiasi telegiornale e le ricordo che una delle ragioni di successo del nostro cinema di animazione nel mondo risiede proprio nella violenza che voi, figli di Disney, avete sempre nascosto come bisogni nella sabbietta.

D: Lei porterebbe i suoi gattini a vedere questo film?
R: Se ne avessi, certamente! (Ride). Soprattutto se soffrissero d’insonnia (ride di nuovo sguaiatamente).

D: Il messaggio che viene trasmesso dal film è: se non ti dai da fare, nella vita, rischi di sposarti l’orrenda cicciona della tua classe. Non trova ci sia un certo razzismo in questa tesi?
R: Forse, ma… siamo sinceri: il razzismo è un fenomeno sociale talmente diffuso da potersi considerare la norma. Non è pregiudizio razzista, forse, il vostro pensare che i gatti siano infidi mentre i cani no? La normale idea che tutti gli animali sono uguali e che i diversi comportamenti dipendono solo dalle circostanze, non vi passa nemmeno per la testa. Se non è razzismo questo…
Lo sa che su Facebook la differenza tra i filmati di cani postati e quelli dei gatti è di sette a tre? Le sembra giusto? Dov’è la ‘par condicio’, dove sono le ‘quote gatto’ a rispristinare un po’ di giustizia?

D: A proposito di giustizia e pregiudizi, lei è favorevole ai matrimoni tra specie diverse? Può parlarci del suo rapporto con Tonio Cartonio della Melevisione?
R: Essendo bisex e transpecies, ovviamente, sono favorevole.
Preferirei non parlare di Tonio, se non le dispiace. Nonostante siano passati tanti anni, sento ancora profondamente il dolore per la sua scomparsa.

D: So che le è stato offerto il ruolo di protagonista nel primo soft-core animal ‘Cinquanta sfumature di pelo’. Non teme che un ruolo così scabroso possa compromettere la sua carriera nel mondo dell’intrattenimento per bambini?
R: Dopo anni di Doraemon cercavo giusto un’occasione per togliermi di dosso questo cliché del gatto comico e carino. Quando mi hanno proposto la parte di Grey Cat, ho capito che il momento giusto era arrivato. Non credo questo m’impedirà di continuare a interpretare il robogatto, non sono Miley Cyrus e, in più, il mio volto reale è molto poco noto. Non vedo l’ora d’iniziare le riprese, miao.

D: Cosa ci può anticipare di ‘Gatto Silvestro 3D’, una produzione americana in uscita a Natale, in cui lei interpreta, insolitamente, il ruolo del cattivo? Che differenze ci sono tra i metodi di lavorazione giapponese e quelli statunitensi?
R: Non voglio anticipare niente. Dico solo che vedrete un Gatto Silvestro davvero spaventoso (sorride).
La differenza principale che ho trovato, nel lavorare negli USA, sono state le condizioni igieniche. Da noi ogni attore ha la sua vaschetta personale per i bisogni; negli States questo non esiste: vaschetta comune con due cambi al giorno. Dal pomeriggio in avanti me la tenevo.

E adesso, se non le dispiace, la devo salutare perché (imitando la voce di Titti): “Oh-oh! Mi è semblato di vedele un gatto!” (Esce rapidamente dalla stanza inseguendo un fulvo randagio del Colosseo).

commenti
 
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  • Michele Arienti
    09/11/2014 at 14:06

    Lo sa che su Facebook la differenza tra i filmati di cani postati e quelli dei gatti è di sette a tre? Le sembra giusto? Dov’è la ‘par condicio?”

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  • tanaka
    09/11/2014 at 22:01

    Neko Miaghi era in un ‘mood’ fortemente polemico. Abbiamo dovuto omettere, per non tediare troppo il lettore, anche la lunga filippica contro la castrazione e l’ipocrisia occidentale di chiamarla ‘sterilizzazione’…

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