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#Venezia79 – Il mio sistema è in crash, edizione 2022

di il 31/08/2022
 

Stamattina mi sono alzato col mal di testa, poco male, l’ho avuto anche per tutta la settimana di ferie: le ferite lasciate dalle prestazioni invernali son difficili da asciugare e il corpo non si rilassa senza prima combattere. Oggi in che battaglia ero impegnato? Basta cercare su Twitter l’hashtag #venezia79, non si parla d’altro. Come dici? Ma va! Personalmente il problema mi ha solo sfiorato, ma devo pur vivere di rendita dagli introiti social, no? I milioni di Like sugli articoli della Cricchetta fioccano proprio battendo il ferro finché è caldo.

La sveglia segna le 6.55, apro a difficoltà gli occhi impastati, sorprendentemente -per la prima volta quest’anno- non chiedo a Dio come prima cosa di uccidermi all’istante, preferendo la morte alla sveglia a quell’ora. Come perché? Perché sta per iniziare uno dei momenti più belli dell’anno, quello della cittadella del cinema al Lido di Venezia.

Alle 7 in punto, seguendo le indicazioni della segreteria della Biennale, la massa degli accreditati si collegherà simultaneamente per prenotare i posti a sedere migliori e godersi i grandi titoli a cartellone di questa attesissima 79ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia.
Il viso illuminato dallo schermo del notebook, ancora unto dalla calura notturna. L’alito fetido e i riflessi annebbiati. Ricordo a malapena il mio nome. Insomma, sono pronto ma, in fondo all’anima, punge un presagio: nel silenzio della prima mattina riecheggia un pezzo del Profetico Immanuel Casto:

 

Sul mio schermo c’è un messaggio d’errore
Adesso lo sento è dentro
Al riavvio non cambia la situazione
Lo vedo, ti prego, ti prego
Forza dai
Deframmentami il disco e non fermarti mai.
Ma vedrai
A furia di “prenotare” m’intaserai

Aprimi il pc
Formattami l’hard disk
Il mio sistema è in crash
Il mio sistema è in crash
Montami la ram
Riempimi di spam
Il mio sistema è in crash
Il mio sistema è in crash

 

 

Resto sereno e penso che, dopo la figuraccia dello scorso anno, la Biennale collabora ora con un nuovo importante player nel panorama italiano dell’acquisto on-line dei biglietti. È Vivaticket che deve mostrare i bicipiti.

Mi collego al sito con un tocco vellutato sul mouse, pronto ad essere coccolato, ma mi rispondete con superbia e indifferenza, resta pallido. Sarà sicuramente un problema della mia connessione. Ricarico la pagina e, dopo un’inquietante pausa di terrore, Vivaticket mi sobilla all’orecchio con fare velenoso che sono in coda e l’attesa prevista per accedere è di 50 minuti.
Cinquanta.
Minuti.
50′
Cinquantaminuti.

Si potrebbe pensare che basterebbe non collegarsi tutti contemporaneamente alle 7 di mattina, in modo da trovarsi due ore dopo con tutti i posti dei film più importanti già esauriti e accontentarsi di vedere qualche cortometraggio semi-amatoriale in lingua araba o della terrificante cinematografia italiana alle dieci di sera: le briciole che hanno pure messo in streaming su MYmovies con un abbonamento di 8 euro. Se uno viene al Lido, lo fa per ben altro, lo fa per i titoli per i quali gli accreditati s’ammazzano all’alba.

Si potrebbe anche ritenere che con una tale massa di utenti in contemporanea (sui 12.000) andrebbe in crash qualsiasi servizio, se non fosse che Google, Amazon, Apple, Netflix, Facebook e migliaia di altri siti non gestissero servizi enormemente più avanzati in un battito di ciglia a miliardi di persone contemporaneamente.

Dopo la lunga attesa riesco a prenotare due biglietti in sala Darsena. Rincuorato faccio per prenotarne uno in Sala Perla e mi accorgo che per farlo devo cliccare su un menù separato: Sala grande, Darsena, Giardino, Palabiennale e Corinto da una parte e tutte le altre in uno spazio web separato con grafica diversa, metodi diversi di prenotazione e impossibilità di cancellazione online della prenotazione. Perché? Perché complicare cose semplici?


Clicco comunque, inserisco di nuovo la password e il codice di abbonamento (perché devo inserirle di nuovo se ho appena fatto una prenotazione?) e il sistema mi dice che devo rimettermi in coda, alludendo al fatto che il link sia già in uso. Da chi? Ma da me ovviamente, per il film in sala Darsena nell’altro menù.
Sono di nuovo in coda, mi aspettano altri 33 minuti, alla fine dei quali il sistema scrive a video che la coda è in pausa, a tempo indeterminato. E si ricomincia.

Domattina si riaprono le prenotazioni, riusciranno gli amici di Vivaticket ad assumere bassa manovalanza informatica a sufficienza per gestire gli accessi di noi èlite di appassionati? Domanda retorica, d’accordo, ma la Cricchetta del cinemino non è qui per bofonchiare a vuoto come gli anziani davanti a un piatto di spaghetti scotto al ristorante della domenica pomeriggio, è qui per trovare la soluzione. Basta ricordare come funzionavano gli accessi in sala quando le code erano (dis)umane, davanti alle porte del cinema, sotto La Candela del sole, dove il tempo non passava mai e lo si riempiva insultando quelli che provavano a saltare la fila. Come oggi, all’epoca vigeva la regola del “chi prima arriva meglio alloggia”, ma gli uscieri avevano il compito di far entrare prima gli accrediti della nobiltà (rossi), poi quelli della medio borghesia (blu) e per ultimi quelli della plebe (verdi): se i rossi da soli riempivano la sala, i blu e i verdi se ne stavano fuori, al bar, a sbronzarsi allegramente per la piccola delusione. Se dopo l’ingresso di tutti i blu restavano poltrone libere allora entravano anche i verdi. Il sistema funziona. Perché non replicarlo digitalmente? Non ci vuole nulla per aprire le prenotazioni online alle 7 per i rossi, alle 8 per i blu e alle 9 per i verdi. In questo modo non ci sarebbe la massa intera a far collassare i bicipiti ben poco possenti di Vivaticket e si eviterebbero code/polemiche.

La soluzione c’è, è pubblica, spiattellata gratuitamente e praticamente a costo zero.
Basta un grazie.
Nel frattempo gli accreditati rimpiangono Boxol, la società che gestiva le prenotazioni lo scorso anno e che in questi giorni dal suo canale Twitter non manca di pubblicare sfottò indiretti a tutti quelli che la maledicevano 365 giorni fa.

Quartier generale di Vivaticket. L’ingegnere del software nella sala server calcola la banda e la capacità di calcolo necessari per servire 12 mila accessi contemporanei

La sveglia alle 6.55 e il sistema in crash saranno i veri tormentoni estivi di quest’anno, altro che la trap, diventata più pop del pop stesso.

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