Gli eventi
396 letture 0 commenti

#Cannes2018 – 8 giorni per per invecchiare di vent’anni, parte 6

di il 19/05/2018
 

Ho preso una decisione: se torno a Cannes il prossimo anno, devo assolutamente avere uno smoking con le paillette, sono stufo di vedere look favolosi e io sempre con la mia solita maglietta. Il glamour qua è veramente alle stelle: mai visto un numero così elevato di vestiti eleganti, acconciature che hanno abbisognato di ore e ore di parrucchiere e gioielli scintillanti. Tutto ovviamente sfoggiato da gente assolutamente disinteressata al film che sta andando a vedere.

Sette del mattino in autobus, questo è vestito così

Sette del mattino in autobus, questo è vestito così

IN MY ROOM di Ulrich Koehler è un film particolare (particolare non vuole dire bello), sulla quale riuscita ho qualche dubbio. Parte come un film intimista, fin quasi troppo realista: la nonna del protagonista muore e pare che sia un lutto invivibile (una signora di 90 anni circa) e poi, improvvisamente, spariscono tutti gli esseri umani della terra, tranne il protagonista, che resta completamente da solo, come un moderno Robison Crusoe. Si adatterà bene e, come tutti i Tarzan, avrà la sua Jane, ma per poco, perché essendo rimasta l’unica donna al mondo, avrebbe intenzione di girarselo. A metà film ho avuto il desiderio di andarmene, però sono rimasto, questo vorrà pur dire qualcosa, non dico che mi sia piaciuto, ma mi è restato dentro.

Qui al festival, prima di partire, temevo di trovare l’atteggiamento classico dei francesi tra il personale, che invece è gentilissimo. Ma appena ti allontani di qualche metro dal Palais de Festival  e ti imbatti in qualche accreditato insofferente, l’animo del “io sono a casa mia, posso permettermi di esser cagacazzi“, esce subito.

Lei/lui favolosa, io in scarpe ginniche, jeans e maglietta. Mai più!

 

LIBRE di Michel Toesca è un documentario sui rifugiati. Dopo Fuocammare e Human Flow, un altro film su migranti passa per un festival importante. Questo in particolare parla esclusivamente della situazione che esiste nel confine Francia/Italia e gli effetti dell’immigrazione sul confine con Ventimiglia. La storia è quella di Cedric, che ospita nella sua fattoria tutti coloro che non verrebbero accettati in Francia, racconta la sua lotta con la Polizia, i prefetti e la politica in generale. Nonostante tutta la retorica che si porta dietro è un film davvero interessante. Soprattutto per me, come italiano, con la prospettiva di un governo Salvini-Di Maio che su queste cose ci hanno marciato incredibilmente, urlando ai quattro venti che risolveranno il problema, se di problema si può parlare, scordandosi sempre di dire esattamente come.

 

Sei il primo a commentare!
 
Rispondi »

 

Commenta e vota