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#Anime – Daltanious 未来 ロボ ダルタニアス (Mirai Robo Darutaniasu)

di il 27/06/2017
 

« Una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata, forse non è altro che un fragile vetro. »
(Y. Mishima)

Fatemi fare un balzo ai tempi in cui i figli della disobbedienza valutavano la qualità dei loro figli sulla base della loro obbedienza e poi spostiamoci nel Giappone. Siamo a circa trent’anni dopo la firma della resa. Una guerra perduta che intacca l’autorità imperiale e fa nascere nei decenni successivi la convinzione che la sconfitta fosse dovuta alla mancata modernizzazione. In Giappone i simboli contano, comunicano e fanno la storia. Per capire il significato dell’impero lasciatemi ricordare due episodi. Gli Stati Uniti, prima dell’uso dell’atomica, chiedono la resa non del Giappone e dell’Imperatore, ma delle forze armate. La resa dell’imperatore sarebbe stata indigesta alla popolazione. Poi andiamo al 1970, Mishima è uno scrittore Giapponese rinomato convinto che si debba riaffermare il ruolo divino e politico dell’imperatore. Occupa una sede dell’esercito e, inneggiando all’imperatore, si trafigge secondo il rituale seppuku. Il suo amante Masakatsu fallisce due volte il colpo di grazia che invece verrà da un altro compagno, e a sua volta si ucciderà per la vergogna. Questa è una testimonianza dell’esistenza di un valore sopra la vita, e questo valore è il Giappone che coincide con il suo imperatore.

Ora recensire un anime del genere Mecha sembra impossibile, viste le premesse così serie. Proviamoci. Siamo alla fine degli anni settanta, quindi poco dopo il gesto di Mishima e Masakatsu. Il genere Mecha sappiamo che è figlio della fame di tecnologia che il Giappone ha sviluppato dopo la sconfitta, quindi poco interessante e per molti versi tutti gli anime di questo genere sono simili. I cattivi sono alieni o esseri che provengono da un passato irrazionale, mentre la scienza e l’eroismo sono il baluardo dell’umanità e trionfano. Daltanious però ha qualche aspetto interessante da evidenziare che lo rende unico nel suo genere. La parte semplice è la visionarietà degli autori: la trama dell’anime si articola attorno alla clonazione umana e allo status che acquisirebbero i cloni. La pecora Dolly verrà clonata solo nel 1996, vent’anni più tardi. La parte difficile è il finale che non si spiega facilmente col contesto che ho descritto nella prima parte. Sostanzialmente i protagonisti cercano di ricostruire l’impero di Elios, distrutto da forze tecnologicamente superiori, per ben 46 episodi. Hanno a che fare con collaborazionisti ed opportunisti. Insomma, uno pensa che questo impero sia la metafora dell’impero giapponese. Ma al quarantasettesimo episodio, accade l’inenarrabile: sconfitti i nemici, i protagonisti si rendono conto che quei nemici erano il frutto dell’impero di Elios stesso. Non solo. In una filippica che non manca di annoiare, si dichiara che non può esistere un impero che non opprima qualcuno per garantire qualcun altro, e che l’oppresso insorgerà causando reazioni crudeli e violente. Per questa ragione la rifondazione dell’impero di Elios è abbandonata, facendo venir meno vari giuramenti di fedeltà, per dare spazio alla repubblica. In barba a Mashima e Masakatsu.
Devo dire che mi affascinerebbe molto capire i retroscena di questa scelta. Se l’anime doveva essere una celebrazione dei governi repubblicani, avrebbe fatto meglio ad ispirare questo sentimento sin dall’inizio. Se d’altra parte voleva essere solo una storia, complimenti per il coraggio.

Complessivamente Daltanious non è una grande opera, intendiamoci. Poi quarantasette episodi sono davvero eterni. Ma alla Cricchetta, a volte, evidenziamo quel salamino delizioso che si trova su una pizza anonima.

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