Angolo del tanaka
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Babbo Natale e Dolce Renna: una soap natalizia.

di il 24/12/2016
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IL MIO VOTO


 

(da un’idea di Eugene Domingo)

La mattina del 25 dicembre 2015, fu una strana mattina. I bambini di tutto il mondo si svegliarono smaniosi di scartare i regali di Natale e trovarono tutti i pacchi fradici, come se, nel trasporto, Babbo Natale li avesse fatti cadere in mare. Un disastro. I teneri e coccolosi pelouche si erano trasformati in mocio irriconoscibili. Tutti i giocattoli elettronici non funzionavano. Lo splendore magico del balocco immacolato era svanito. Alcuni bambini, poi, si erano visti recapitare regali diversi da quelli previsti. Cos’era successo?

Semplice: Babbo Natale piangeva.

Da giorni piangeva e le lacrime di Babbo Natale sono restie ad asciugare.

Per conoscere il motivo di tanta pena, dobbiamo tornare indietro nel calendario di qualche mese, quando l’attività del Nostro si limitava a monitorare le marachelle dei bambini più turbolenti. Era un’attività di routine, ormai quasi inutile, residuo di un’epoca in cui ai figli si insegnavano ancora cose ingenue come la differenza tra bene e male. Nicholas, detto Nick, o Santa o Babbo, come si preferisce, girava in compagnia di una sola renna, la più giovane. Non c’era il peso dei regali da trasportare. Bastava Dolce Renna (questo era il suo nome) a trainare per il cielo i 12 quintali di slitta e passeggero.

Saranno state le calde giornate estive, sarà stata la crisi dei 5050 anni, un bel giorno di luglio Babbo s’innamorò di lei. Fu un amore inaspettato, travolgente e, soprattutto, corrisposto. La graziosa Renna aveva sempre avuto una cotta per il suo padrone, fin da quando era cucciola. Le paffute manone che la carezzavano dopo averla strigliata, le causavano acerbi turbamenti. Fu quasi naturale, per lei, quando ricevette il primo timido bacio sulla bocca, ricambiare con passione. Le sembrò di averlo sempre saputo, di averlo amato da sempre… Seguirono giorni, settimane, mesi di felicità. I due erano sempre insieme, facevano l’amore ovunque: in cielo, in terra, nei boschi, tra i ghiacci. Felici e incoscienti non pensavano a niente, se non a come rendersi reciprocamente felici.

Il lavoro di monitoraggio discoli ne risentì. Quando rincasava dopo una giornata di giochi amorosi, Nick compilava dei falsi rapporti in fretta, che Mamma Natale registrava puntualmente. La donna sembrava non accorgersi di nulla. Erano sposati da più di 3400 anni, che novità poteva mai attendersi da un marito abitudinario come Babbo? Eppure qualcosa accade: i resoconti riportavano spesso parole identiche e alcuni nomi di bambini si ripetevano a distanza di pochi giorni, senza alcuna ragione. La Signora Natale decise di vederci chiaro ma quando propose al marito di accompagnarlo nella sua ronda, questi, per evitare imbarazzi o situazioni compromettenti, si finse malato. A lungo Dolce Renna lo attese, quella sera, al solito posto. Lui non sapeva come fare per avvertirla. Si disperava in silenzio nel letto. Lei, triste, non voleva muoversi per paura che potesse arrivare da un momento all’altro. Ma ecco un rumore dietro un cespuglio, ecco il suo Nicholas! No… Era un aitante renna maschio, invece, il più forte e fiero, che le chiedeva, tra il curioso e lo sfrontato, cosa stesse facendo tutta sola in quel luogo solitario. Quando si avvide della sua tristezza, però, non osò chiederle altro e si limitò a farle compagnia, in silenzio, consolandola con tenere carezze. Lei, dapprima rigida, presto si sciolse a quella dolcezza inaspettata, e lo lasciò fare con gratitudine. Il giorno dopo la scena si replicò e così quello seguente. Dolce Renna, facendosi coraggio, chiese al suo simile di accompagnarla fino a casa di Babbo Natale, per chiedere notizie. Sentendo che il suo amato era ammalato e che non le era permesso prendersene cura, la sua tristezza divenne ancora più cupa e solo il conforto di quel solido animale, premuroso e discreto, la salvò dal cadere nella depressione.

La mattina seguente, la giovane quadrupede fu svegliata da decine di bramiti di disperazione: una renna maschio era caduta in dirupo. Lei si girò intorno, sgomenta, cercando lo sguardo rassicurante del suo nuovo amico e, quando non lo trovò, l’angoscia la colse. Era proprio lui, la vittima. Dolce Renna svenne…

Trascorsero alcuni giorni e Babbo Natale ricevette questa lettera:

Caro Nicholas, la tua prolungata assenza, la consapevolezza di non poterti essere vicina nel momento del bisogno, l’improvvisa e tragica morte del mio amico mi hanno profondamente turbata. C’è tanta confusione dentro di me. Mi sento smarrita, come svuotata. Ho bisogno di stare da sola, di ritrovare me stessa. Non so cosa accadrà, se ci rivedremo o se le nostre strade si separeranno per sempre. Non mi cercare, per favore. Ti amo. Addio. DR.

Leggere “Addio” e il diluvio di lacrime furono tutt’uno. Babbo Natale fu costretto a rivelare tutto alla moglie che, offesa a morte, lo lasciò all’istante e se ne andò dritta dalla concorrenza. C’è chi dice che la Befana l’abbia assunta perché ne era innamorata da anni. C’è chi dice che le due stessero già insieme prima che tutta questa storia avesse inizio. Nessuno lo sa.

Si sa, invece, che un bel giorno Babbo Natale smise di piangere, licenziò tutti gli elfi e le renne, e partì alla ricerca della sua amata. Dopo avere vagato un anno inutilmente per tutto l’universo, tornò a casa. I suoi dipendenti non se ne erano andati. Avevano formato una cooperativa ed erano rimasti a lavorare come sempre.

Oggi è il mattino del 24 dicembre 2016. Tutto è pronto per le consegne. Manca solo Nicholas. Ma lui, quasi catatonico, sembra ormai non vedere e sentire più niente. È solo, al buio e al freddo, in quella grande casa desolata.

Il campanello della porta suona “Jingle Bells”. Babbo apre e una piccola renna, con una graziosa barbetta bianca, entra timidamente guardandolo con curiosità…

“Su, Nicky Jr. dai un bacio a tuo padre!”, dice Dolce Renna fissando amorosa gli occhi increduli e commossi di lui.

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