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#feff19 – Il Diario delle pecorelle – prima parte

di il 23/04/2017
 

Eccoci, eccoci.

Care e affezionate ovinifile e cari ovinifili. Vi siamo mancate? Domanda inutile.

Sono Nerina e vi risparmio (ma intanto le faccio) le solite veritiere sviolinate di quanto, come ogni anno, il clima del Far East Film Festival sia di quanto più erboso, soffice e lanuginoso si possa immaginare. Bello esserci e bello essere qui.

Come tradizione, i film di apertura non brillano mai per originalità o pregnanza.

Quest’anno l’ingrato compito era affidato al giapponese Survival Family di Shinobu Yaguchi.

No, sono ingiusta. La storia, invero, una certa originalità l’aveva: un misterioso black-out mette fuori uso ogni tipo di strumento che utilizzi l’elettricità (fine della certa originalità). Poi. Una normale famiglia media, in un’odissea per raggiungere il villaggio rurale del nonno, scoprirà la forza e il valore dei legami famigliari e della semplicità.
Gradevole commedia per famiglie, con qualche indugio su crudezze che Disney non approverebbe, ha nell’eccessiva lunghezza il suo punto debole. Difetto comune a tantissima produzione, non certamente solo giapponese. Il belato consiglio propone l’istituzione di un CTN (Comitato Taglia Noia) che, prima dell’uscita dei film nelle sale, lo sfrondi di tutto quanto non aggiunga valore alla narrazione. Utopia.
Pecorelle sveglie a singhiozzi.

Sfrontato e ignorante film di botte, il cambogiano Jailbreak del regista italiano Jimmy Henderson, è un B-movie volontariamente sopra le righe, che ha forse il suo maggior interesse nel presentare, agli appassionati del genere, il bokator, l’arte marziale tradizionale della Cambogia. Siamo lontani dal folgorante The Raid ma le scazzottate sono girate con un una buona tecnica e buon montaggio. Chissà che, grazie a questo film, il nostro Jimmy ‘Daniele’ non trovi fondi per un secondo capitolo magari un po’ meno trash (il trash, per interessare, deve essere spinto fino al limite. Qui non accade).

Simpaticissima l’atletica poliziotta Tharoth Sam, presente in sala, capace di roteare gli occhi come in un cartone animato di Gatto Silvestro.

Brucelina l’ha adorato. Soapina ha dormito.

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